venerdì 12 febbraio 2016

Il Banditore - Candu v'era di da lu bandu -





A CURA DI GIOMMARIA  PULINA

Chiedo scusa perchè non sempre dico delle cose esclusivamente sassaresi; ciò perchè i miei ricordi giovanili sono oltremodo legati a Ploaghe, mio paese di nascita, dove passavo parte della giornata, i giorni festivi e le vacanze. Nel periodo dei miei studi ginnasiali e liceali eravamo in guerra, o la stavano preparando, per cui, salvo due anni, ho fatto il pendolare. Comunque anche a Ploaghe c'era la figura del "su bandidore", come credo ci fosse in tutti i centri. Anzi a Ploaghe, nel periodo immediatamente precedene la guerra, ce ne erano due: uno si chiamava Barore e l'altro Giovanni (i personaggi sono reali ma i nomi sono inventati). Tra i due non c'era soltanto una competizione professionale ma anche una contrapposizione politica. Infatti il primo faceva parte della parte politica capeggiata dal Podestà mentre l'altro era più vicino alla minoranza silenziosa contrapposta, cioè antifascista. Ovvio che il primo riceveva incarichi dai fascsti ed il secondo dagli antifascisti. Il "bandidore" , che si annuciava con uno squillo prolungato di tromba, iniziava il suo lavoro di buon mattino per comunicare alla popolazione che in tale macelleria si poteva comprare dell'ottima carne di vitello, in un'altra della freschissima carne di pecora, mentre nel primo pomeriggio del venerdì, giorno in cui avveniva la macellazione del bestiame, informavano quale fosse la macelleria che offriva il miglior zimino, il miglior sanguinaccio o altro ventrame. Il venerdì mattina, che allora era giorno di magro, indicava la piazza dove avrebbe sostato il pescivendolo che offriva pesce appena pescato, di ottima qualità e a prezzi. In quest'ultimo caso scompariva la contrapposizione politica che veniva sostituita da una specie di asta pubblica perchè ognuno dei due offriva per un certo prezzo (si trattava di compensi che variavano tra una o due lire) uno o due suoni di tromba per ogni fermata e un certo numero di fermate lungo tutto il paese. Spesso i forestieri anche per non scontentare nessunoi dei due incaricavano entrambi dividendo in due il paese e affidando un eguale incarico a ciascuno. Un partcolare storico. A Barore, mi pare fosse il 1936, nacque un figlio e, tramite il Podestà ed il Segretario Politico, chiese che Padrino di Battesimo fosse il Conte Galeazzo Ciano, genero di Mussolini. Voi non ci crederete ma la cosa andò a buon fine, naturalmente tutto avvenne per procura, e Barore da quel giorno quando nominava il Conte Ciano lo chiamava "compare Galeazzo". Fino alla caduta di Mussolini.  Grazie per l'attenzione.



 ( A CURA DI MANUELA TREVISAN )  Il banditore è una figura tipica nei paesi della Sardegna (qualcuno degli anziani la ricorderà anche per le vie di Sassari) ancora fino alla metà del xx secol: era un dipendente comunale al quale venivano delegate alcune funzioni, la più importante delle quali era quella di rendere noto alla popolazione un bando dell'amministrazione comunale (ghettai lu bandu - jittà lu bandu "gettare il bando").
Il banditore, però poteva essere impegnato anche per comunicare alla popolazione altre notizie di interesse pubblico o per notificare a privatati avvisi dell'amministrazione comunale. Tradizionalmente espletava il proprio compito principale facendosi precedere dal rullo del tamburo o dal suono di una trombetta, al quale seguiva la comunicazione che generalmente "lanciava in lingua sarda o in dialetto, a secondo di dove operava.
Niente di nuovo era stato inventato, fin dal medioevo, dall'epoca dei romani e quella dei greci per andare a finire, a ritroso, fino all'età del bronzo, questa figura non ha mai mancato di espletare il suo compito di divulgare le notizie, proclami dei potenti, ma anche no!!





A CURA DI MARIO GRIMALDI -  



Questa curiosa foto, riesumata tra tante altre vecchissime, sicuramente testimonia un'antica attività che - almeno si riteneva - era destinata al sesso maschile ma anche, in alcuni casi e periodi, effettivamente esercitata anche dal gentil sesso.
Che dire: a meno che, considerato che questa donzella è attorniata da militari, non si tratti - eventualità pressoché impossibile - di una "tamburina dell'esercito" sarei propenso a pensare che l'antico mestiere del " banditore" fosse esercitato anche dalle donne....
"Quien sabe!!!




Provo a scriverlo in Sassarese - Raccontato da mia madre. - Tempo di guerra. Comunicato alla cittadinanza. 

Lu podestà infoimma tutti chi no si po' iscì da gasa da istha notti finza a dumani a manzanu a li setti. Bisogna tinì tutti li luzzi ischudaddi e li barrschoni sarradi. In casu di bumbarrhamenti la ienti po' isc' soru pa' andà a lu riffuggiu più affaccu. Tutti chissi chi venini acciappaddi in carrera senza autorizzazioni, abarani ad assè pruzzissaddi e cundannaddi a trabaglià pa dui cheddi gratis in la campagna di lu Regnu. Eu v'aggiu avvisaddu. Bona notti a li sunadori e ga sìè visthu s'è visthu.