lunedì 18 agosto 2014

Storia di un bandito sardo narrata dalui medesimo.

    



CURIOSITA' SASSARESI: (Non fui mai ladro ne sicario - G. Tolu)
"Una sera del 1896, in Sassari, mentre faceva ritorno presso il suo studio, Enrico Costa ebbe una importante sorpresa: ad attenderlo trovo il bandito Giovanni Tolu. Era un vecchio di settantaquattro anni, dallo sguardo fiero e dalla folta barba bianca.
< Sono stanco e infastidito dalle fandonie che si vanno spacciando sul mio conto... voglio narrare la mia storia..... e lei dovrà scriverla!>. Fu così che ogni sera, nello studio di Sassari, per diversi giorni, il bandito dettò allo scrittore l'avventurosa storia della sua vita. Ne nacque un libro che ne è la trascrizione fedele, Giovanni Tolu. La vita del più famoso bandito sardo raccontata da lui stesso. Ma il famoso fuorilegge che per tanti anni aveva desiderato raccontare la sua verità, non poté leggerlo. Egli morì infatti pochi giorni prima della pubblicazione.
Antonio Tolu - era originario di quel piccolo paese, a poca distanza da Sassari, che si chiama Florinas - fu costretto alla macchia dopo aver tentato di vendicarsi di una prepotenza subita. Era vissuto in latitanza per oltre trent'anni e precisamente dal 1850 al 1880.
Come lo stesso Costa racconta nella prefazione al libro, Tolu si era nascosto nelle montagne < come un selvaggio .... odiato dai nemici, circondato da spie, perseguitato dai carabinieri >. Nella sua solitudine, a lungo andare, era diventato < un misto di generosità e di ferocia .... di saggezza meravigliosa e d'intolleranza superba >.
La sua immagine e quella del bandito dell'Ottocento come viene tramandata da larga parte della letteratura isolana. Sempre esposto a rischi e pericoli di ogni genere, pronto ad infrangere senza scrupoli la legge, e tuttavia legato ad un codice d'onore che non può trasgredire. Principi essenziali di questo codice sono l'attaccamento al paese e alla sua famiglia, il rispetto dell'amicizia, l'esaltazione del coraggio, la vendetta come giustizia, ma soprattutto lo sdegnoso rifiuto di uccidere per altrui incarico. Il rifiuto, cioè, di far di se stesso uno strumento dell'odio altrui.