mercoledì 25 dicembre 2013

Goffredo Mameli


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Per sviluppare questo interessante argomento dedicato al padre dell'Inno ufficiale della Repubblica Italiana, ci pare doveroso iniziare con qualche notizia relativa ai suoi antenati.
Mameli: famiglia ogliastrina (Secc. XVII - XX). Le prime notizie risalgono alla seconda metà del diciassettesimo secolo; i suoi componenti esercitavano tradizionalmente la professione di notaio e diedero vita a diversi rami la cui genealogia è alquanto difficile da ricostruire. In particolare sono due i rami della famiglia da ricordare, entrambi provenienti da uno stesso in comune antenato originario di Arzana.
Il primo ramo continuò a risiedere in ogliastra - precisamente a Lanusei - continuando la tradizione nell'esercitare l'attività notarile; ha espresso alcune notevoli personalità, una delle quali è il ministro Cristoforo Mameli, tuttora la discendenza è radicata a Lanusei.
Il secondo ramo discende da un Giovanni Maria che agli inizi del XVIII secolo, divenuto segretario di Carlo d'Asburgo, fu investito di titolo nobiliare. I suoi discendenti dal 1784 ebbero il riconoscimento del cavalierato ereditario e della nobiltà isolana e si stabilirono a Cagliari. Da qui, agli inizi del XIX secolo, ssi trasferirono a Genova dove nacque, appunto Goffredo. Si estinsero agli inizi del ventesimo secolo.
entrando nel vivo dell'argomento dedicato al nostro celebre patriota GOFFREDO, come già scritto, nacque a Genova nel 1827 (mori a Roma nel 1849), il padre si chiamava GIORGIO (Giorgio Mameli fu militare e uomo politico /nato a Lanusei nel 1798 e morto a Genova nel 1871/; deputato al parlamento subalpino;
Ufficiale della MARINA SARDA si segnalò durante la guerra che questa condusse contro i pirati nordafricani e percorse una brillante carriera giungendo al grado di vice-ammiraglio. Stabilitosi a Genova sposo una Zoagli, dall'unione con la quale nacque, appunto, il nostro poeta; bene inserito nella società genovese, fu eletto deputato per la II legislatura subalpina in uno dei collegi della città ligure, ma per la prima era stato eletto nel collegio della sua città natale che, q quanto pare, da alcune fonti, fosse Cagliari. Dopo la morte gloriosa del figli, con il sostegno della sinistra fu eletto ancora deputato per la V legislatura in uno dei collegi della stessa Cagliari, ma nel 1854 si ritirò a vita privata dedicandosi allo studio della storia della Marina Militare.
Tornando a Goffredo: egli era di idee repubblicane, dopo aver combattuto valorosamente nella prima guerra di indipendenza abbandonò gli studi universitari, alla testa di un manipolo di compagni genovesi, accorse a fianco di Garibaldi alla difesa della Repubblica Romana. In quell' occasione conobbe Mazzini che gli ispirò l'inno militare, più tardi musicato da Giuseppe Verdi.
Goffredo mori a Roma per le ferite riportate in combattimento sul Gianicolo.
E' autore di numerosi componimenti poetici di carattere patriottico, tra cui quello più celebre che è l' Inno degli Italiani "FRATELLI D'ITALIA" composto nel novembre del 1847, musicato dal Novaro.