lunedì 2 maggio 2016

Castello di Sassari - Cronaca di uno scempio.

A cura di Mario Grimaldi



         Il castello Aragonese di Sassari




Cronaca di uno scempio.

Il castello aveva forma quadrangolare con quattro torri quadrate agli angoli e una quinta in cui era la porta di accesso dalla città. Sulla facciata della torre centrale - che a nord-est aveva murati gli stemmi del vicerè Cervellon e del veguer Montpaò, assieme ai pali di Aragona, alla torre civica e a uno scudo di ignota attribuzione - erano due decorazioni a rilievo, entro il doppio riquadro e con ornati gotici(E. Costa 1909). 





L'approvvigionamento idrico era assicurato da pozzi e da una cisterna; vi era un ampio cortile interno e lo spiazzo esterno, detto "plà del castell", era parzialmente occupato da orti. Nel castello risiedeva l'alcayde (comandante regio) col presidio militare, dopo il trasferimento da Cagliari a Sassari, dal 1563 vi si insediò il tribunale dell'Inquisizione che adibì a carceri parti dei locali a piano terreno e al piano alto. Di quest'importante struttura difensiva oggi non restano che cinque scudi murati all'interno della caserma Lamarmora (edificata al suo posto), poche immagini acquerellate, incise o fotografiche, e il toponimo della piazza. 
Notizie storiche: 
(Castello Aragonese - 1331/ 




L'esborso, da parte della municipalità sassarese di una forte multa da destinare alla costruzione del castello accanto alla porta di Capu di Villa, nel punto più elevato delle mura, rappresentò nel 1326 il prezzo della pacificazione fra la città ribelle ed Aragona. L'infante Alfonso provvide a nominare quale responsabile della costruzione tale Miguel Garbi, residente a Bonaria (f: A. Arribas Palau 1952), ma ' venne solo nel 1331, dopo che la nuova rivolta, scoppiata nel 1329, fu sedata col saccheggio della città, l'espulsione del ceto dirigente e mercantile locale e la confisca dei beni, assegnati in feudo o in enfiteusi a cittadini catalani. 
Grazie per l'attenzione.