mercoledì 8 gennaio 2014

I nostri Nonni

A cura di Mario Grimaldi


PER SCRIVERE UNA GOCCIA DI STORIA
(VITA QUOTIDIANA DEI NOSTRI NONNI NEL 1945/1946):

Abbiamo già trattato, in diverse occasioni, della guerra e dell'odio incontenibile che ha saputo produrre. Ma POCO di quelle che sono state le sofferenze che hanno seguitato a "martirizzare" la gente, anche, al termine della belligeranza.
E' inevitabile dunque che anche la nostra città, come del resto tutte le altre città, ha dovuto sopportare dette situazioni di disagio (anche se chiamarlo disagio è puro eufemismo) che ne hanno destabilizzato l'assetto sociale ed economico e sopratutto ai livelli più bassi del ceto.
"Da ricerche sul modus vivendi di allora risulta inequivocabilmente che vi era, per esempio, una esasperata attenzione alle economie, il non buttare niente diventava più che un abitudine, un ossessione. E un ossessione costante e tuttavia necessaria, indispensabile era quella che spingeva a rifare tutto, riutilizzare, non una, ma più volte: soprabiti che diventavano, dopo esser stati rivoltati, giacche, giacche che diventavano nuovamente soprabiti per i più piccoli, indumenti che venivano indossati, nel corso degli anni, da tutti i componenti della famiglia, finché, quando erano oramai da gettare, venivano ancora usati per farne uno straccio o delle pantofole. Ormai da alcuni anni non vi era più la libera vendita, nessun oggetto di cuoio, né scarpe né borse né cinghie, e perfino il filo per cucire veniva razionato, anche su quello bisognava risparmiare.
L'inverno era freddissimo e non vi era più legna né carbone. Ci dicono le cronache di allora e i racconti dei vecchi, che, a volte, anche in pieno giorno, a volte, si segavano gli alberi dai giardini o dai viali, venivano divelte le panchine dei giardini pubblici, si frugava in ogni dove (anche tra le macerie laddove persistevano) per cercare qualche pezzo di legna da ardere. La fame picchiava duro su tutti: sui vecchi, che rimanevano in casa timorosi del freddo e quindi non più utilizzabili per fare le file al mercato o dal fornaio; sugli uomini abili che arrivavano dal lavoro sfiniti; sui ragazzi... sui bambini.
Naturalmente tante altre ancora situazioni di malessere che ad elencarle non basterebbe un post, ma occorrerebbe scrivere un libro... Altra complicazione non trascurabile era quella della tubercolosi in agguato, l'altra delle malattie intestinali a causa delle quali morivano molti bambini, malattie rapide e misteriose". 
Ci è voluto ancora un po per ristabilire una accettabile normalità dopo il flagello della guerra che intanto continuava, coi suoi strascichi a mietere vittime e dispensare sofferenze di ogni sorta.