lunedì 20 ottobre 2014

IL PESCIVENDOLO DEL CIVICO MERCATO.



A CURA DI: Mario Grimaldi

Quando si entrava per quelle porte all'interno del mercato era come se si entrasse in pieno nel mezzo di quella atmosfera folcloristica che ne caratterizzava tutto l'ambiente. Ma sicuramente il settore più "variopinto" era quello dove si svolgeva il commercio del pesce. Chi è sassarese e non è proprio più un ragazzino, ricorderà certamente cosa tutto si vedeva e si sentiva. Per farla breve,, per esempio se entravi non certo di buon umore, dopo anche una breve visita tra i banconi, l'ilarità che erano capaci di suscitare, con le loro tecniche di vendita condite dalle loro battute, "li pisciaggiori" - così definiti dal nostro dialetto - era tale da trasformare un umore nero in un'altro decisamente più roseo. 
Questo giovane (di allora, ma ancora adesso non molto anziano), intento nella vendita (lavorava, come si diceva : sotto principale) si chiama Tonino e ancora è il mio pescivendolo di fiducia (naturalmente titolare dell'esercizio) che ancora, nel nuovo asettico mercato continua la sua attività. Naturalmente i tempi son cambiati dal momento dello scatto di questa foto gentilmente concessami dalla stessa persona ritratta.


"RICORDO DI FAMIGLIA" - Poesia e foto -










 A CURA DI:  Mario Grimaldi


Frugando tra i ricordi famiglia, tra le pagine di un vecchio libro della mia nonna paterna, ho avuto il piacere di recuperare questa vecchia foto(datata
6 maggio 1932 che ritrae mio padre - di antico vestito- all'età di 7 anni.
Al di là della sorpresa per aver piacevolmente scoperto come si vestivano, proprio i nostri genitori, quando erano bambini, l'aver rinvenuto, sul retro di quel che rimaneva della foto, quelle poche strofe manoscritte, e riportate nel seguente post è stato un altro piacere. Non ho assolutamente capito da quale estro poetico esse siano scaturite, ma la loro profonda descrizione di quella che è "L'antitesi struggente tra la gioia e il dolore" mi hanno profondamente colpito!
Allora mi sono chiesto: possibile che vi siano delle persone capaci di esternare i loro pensieri in termini così accattivanti e, che noi, non se ne conosca la loro identità?
Non vuole essere assolutamente un quiz (cosa che come risaputo io aborrisco), ma una richiesta di aiuto da parte di chiunque abbia avuto la possibilità di aver già potuto leggere quanto a me interessa e quindi possa soddisfare questa mia curiosità. Scoprire che si tratta di un poeta, anche se non molto famoso, sarebbe molto coinvolgente e mi inciterebbe ad iniziare una ricerca storico-poetica per scoprirne altre, eventuali, sue manifestazioni artistiche....




Sassari - Turris Lybisonis - cenni storici.




A CURA DI: Ernesto Dasole


I romani fondarono Porto Torres  col nome di Turris Lybisonis, probabilmente sopra un antico scalo fenicio, e prima del 27 a.C. fu proclamata colonia romana. All'epoca la città aveva una certa importanza commerciale ed era collegata da strade a tutti gli altri centri romani dell'isola e in particolare a "Carales"; il porto la poneva in relazione con altre città costiere del Mediterraneo neo occidentale e del Tirreno. L'abitato era cinto da mura che col trascorrere dei secoli furono potenziate. Durante l'impero la città continuò a mantenere la sua importanza politica e amministrativa e divenne sede di una diocesi cristiana; con le invasioni barbariche la sua importanza diminuì e certamente la sua funzione politica dovette mutare; grazie al porto, tuttavia, conservò una posizione di rilievo. Quando poi in età non determinabile, si formarono i giudicati, fu inizialmente la capitale del Logudoro o di Torres, allo stato attuale da quanto si conosce, non è facile sapere con esattezza per quanto riguarda il processo che spinse, poi i Giudici, a preferire come loro residenza la più sicura Ardara e poi Sassari. Sembra comunque che il porto abbia continuato ad essere attivo, che i mercanti pisani e genovesi vi tenessero i loro fondachi e che nel corso del secolo XVI i Giudici vi abbiano fatto costruire la basilica di San Gavino. E' comunque certo che i Vescovi continuarono a risiedervi fino al secolo tredicesimo. 

Quando anche i Vescovi si trasferirono a Sassari, pur essendo formalmente Porto Torres considerata sede della Diocesi, cominciò inesorabilmente la sua decadenza. Dopo la conquista aragonese, dell'antica città rimanevano poche case attorno alla basilica e si svolgeva una certa attività commerciale in quello che restava dell'antico porto, che i nuovi arrivati, cercavano di valorizzare e rianimare.