venerdì 16 gennaio 2015

Medioevo Al Femminile.












A CURA DI: Mario Grimaldi


PILLOLE MEDIOEVALI: Medioevo al femminile.
Nascere maschio o femmina non è mai stato - ci insegna la storia riferita alla società - in nessuna civiltà indifferente. 
Appena il neonato emette il primo vagito, la mentalità comune classifica la bambina in un gruppo distinto , il "genere" femminile, e le assegna un ruolo radicalmente diverso da quello che attribuisce al "genere" maschile. Ciò è in parte vero ancora oggi. Tanto più lo fu nella società basate sull'agricoltura, che chiamiamo "pre-industriali", in cui per lunghi periodi fu praticato addirittura l'infanticidio femminile.
Fin dalle origini queste società crearono due sfere: una pubblica in cui fu collocato il maschio, una domestica, in cui fu rilegata la femmina, che non poteva fare politica, sedere nei tribunali, insegnare, predicare, combattere.
Per secoli l'uomo esaltò se stesso soffocando sul nascere le voci contrarie delle donne, finché, nell'antica Grecia, un grande filosofo, Aristotele, non arrivò a teorizzare in modo "definitivo" la superiorità fisica e intellettuale del maschio, la sua maggiore affidabilità, la sua maggior forza del suo carattere. Dopo più di mille anni di storia occidentale sfavorevole alle donne, il MEDIOEVO era stato in complesso un epoca più aperta alla realizzazione della personalità femminile, <(abbiamo già scritto in questa pagina - riportato poi sul nostro blog - sulla civiltà feudale e del suo trionfo e quindi del primato della famiglia sullo stato e come la CASTELLANA fosse proprietaria e amministratrice dei suoi beni, in grado di sostituire il marito lontano per la guerra e, capace persino di presiedere in tribunale, comandare un esercito privato e difendere un castello)> nello stesso periodo, la rinascita della città creava nuove opportunità anche per la donna borghese. Per crescere, infatti, un centro urbano aveva bisogno di aziende familiari armoniose ed efficienti, in cui moglie e marito collaborassero con pari competenze alla gestione degli affari, e all'inizio non pose limiti all'uno e all'altro sesso. "La città rende liberi" diceva un detto popolare:
Anche la donna lavoratrice che arrivava dalla campagna trovava immediatamente lavoro come apprendista: nelle società in crescita, in cui il bisogno di manodopera è alto, le donne non hanno mai avuto, allora, problemi di disoccupazione.
Ma, nel Basso Medioevo spuntarono anche le scuole femminili, "cultura" significava non solo leggere e scrivere, ma anche conoscere il latino, senza il quale non ci si poteva accostare ne alle Sacre scritture o ai trattati di teologia né ai testi di pittura, architettura, economia, medicina. Non per tutte certamente, ma normalmente per le pulzelle di alto rango avveniva l'educazione in casa, nei rigidi confini delle stanze riservate alle femmine.
(mariogrimaldi).