sabato 21 novembre 2015

Medioevo: Le nefandezze dell' INQUISIZIONE


A CURA DI : Mario Grimaldi




MANUALE DELL'INQUISITORE



Come sappiamo a Sassari vi era, presso il castello Aragonese, l’insediamento dell’inquisizione dove, in nome della chiesa, si compivano le più orrende pratiche di vessazione fisica nei confronti degli inquisiti, fossero essi colpevoli o innocenti.
Risulta addirittura che era in uso un vero e proprio 
< MANUALE DEL PERFETTO INQUISITORE >.
L’istituzione di questo aberrante tribunale nel Medioevo aveva, infatti, fatto fiorire numerosi “vademecum” che suggerivano agli inquisitori i “trucchi” per far confessare l’accusato. Ecco , di seguito, alcuni espedienti consigliati da un monaco, esperto in merito, del quattordicesimo secolo.:

“Mentre l’accusato è già legato allo strumento di tortura, l’inquisitore sfoglierà lentamente più e più volte le carte dove sono scritte le accuse, poi dirà con tono addolorato e perplesso: < E‘ chiaro che tu menti e che ho ragione io >.Però stia attento l’inquisitore a tenersi sulle generali e a non fornire mai particolari, per tenere l’accusato nella massima ansia e confusione. Per esempio dirà: < Sappiamo bene dov’eri, e quando e con chi, e quello che hai detto >.
Se l’eretico continua a negare, l’inquisitore fingerà di doversi assentare a lungo e dirà: < Guarda, ho pietà di te! Volevo proprio concludere questa faccenda e non lasciarti così sotto i ferri. Perché tu sei delicato e potresti ammalarti gravemente. Ma tu mi obblighi a lasciarti con gli aguzzini fino al mio ritorno. Mi fai pena, sai, perché non so quando riuscirò a tornare! >
Se ancora non confessa , sarà sottoposto a tortura in assenza dell’inquisitore, per tutto il tempo che egli vorrà concedere alla sua assenza. Questa assenza e un dolore fisico insopportabile, di cui non si può prevedere la durata, getterà inevitabilmente il torturato nella disperazione e, al ritorno dell’inquisitore, la confessione sarà molto probabile”.
( Non c’è che dire! un vero e proprio corso di crudeltà fisica e psicologica impartita a quei mostri scevri da ogni sorta di rispetto di ogni valore e diritto umano)
Grazie per l’attenzione
‪#‎mariogrimaldi‬


martedì 10 novembre 2015

SPACCATI DI VITA DEL MEDIOEVO: UN MATRIMONIO A SASSARI.




A CURA DI: MARIO GRIMALDI

BREVE CRONACA DI UNA FESTA DI NOZZE 
SVOLTASI NEL PERIODO MEDIOEVALE.




Donna G. P. fece ordinare una bella e grande festa per le sue nozze a cui invitò gli uomini più onorati, non solo della città, ma anche di tutto il territorio, naturalmente in compagnia delle loro donne. 
La festa fu allietata per più giorni da suoni, canti, balli e solennissimi banchetti, con sommo piacere di tutti gli invitati. Alla fine di ogni pranzo, sempre splendido e rallegrato da saltimbanchi, ballerini e buffoni, da suoni di strumenti e da canti, gli illustri commensali si spostavano nel parco. Era questo fuori le porte di Sassari un parco molto grande dove era sita una enorme casa nobiliare, (della quale ancora, chi ne conosce la storia e il posto, può ammirarne, fuori dal centro urbano l’imponente rudere della villa - interessata alla nostra storia - ancora antica vestigia di quel tempo passato e a testimonianza del benessere di cui godevano i nobili), un parco con aree curate e di meravigliosa bellezza: gli invitati si disponevano in cerchio seduti sull’erba, alcuni vicino a una fontana, altri sotto gli ombrosi allori e palme, parlando dell’amore degli sposi, chi lodandolo, chi criticandolo. Molti marchesi, conti, baroni e cavalieri si dedicavano alla caccia pomeridiana: la caccia era uno degli svaghi principali, anche perché - secondo le mentalità del tempo - rassomigliava molto alla guerra: la campagna circostante era ricchissima di selvaggina e il cacciarla era veramente un piacere da gran signore e conveniente per un uomo di nobil schiatta.
Altri preferivano l’equitazione che aiutava la digestione e preparava uno stomaco “agile” in vista dei bagordi serali in occasione della cena ed inoltre era un modo di pavoneggiarsi davanti agli occhi interessati delle dame che non disdegnavano gradimento nel veder volteggiare l’uomo a cavallo e ammirarlo leggero e abile in quell’esercizio faticoso... insomma alla stessa stregua di un grande guerriero.
Il dopo cena ... chi sa.... forse ci si lasciavano andare, sia dame che cavalieri, in balli e danze molto discreti, in attesa trepidante della notte! Tutto ciò per giorni e a volte anche settimane.
Questo era un tipico matrimonio dei Signori che vivevano nel Medio Evo....
Invece come era una festa di nozze dei borghesi, artigiani, contadini e pastori?
In seguito qualche informazione in merito verrà dispensata.
Grazie per l’attenzione.
M.G.