domenica 7 settembre 2014

Sassari "Museo Sanna"


A cura di Sassari Storia



Sassaresi Illustri -  GIOVANNI ANTONIO SANNA
(Sassari 1819 – Roma1875)

Chi era Giovanni Antonio Sanna? Era un importante imprenditore nonché  politico, figlio di un avvocato sassarese, Giuseppe Sanna appartenente alla nuova borghesia, e di Maria Ignazia Sanna.
Lo si può definire una sorta di estremista avente  idee mazziniane. Egli  lasciò Sassari in giovane età alla  ricerca di un avvenire, e trovò  altrove i mezzi e le possibilità che all'epoca la famiglia non poté garantirgli.
Emigrato a Marsiglia, divenne commerciante dando subito dimostrazione di capacità ed intelligenza innate, dando maggior importanza ai capitali che ai beni immobili. Sposatosi con la spagnola María Llambí y Casas, ebbe quattro figlie: Ignazia, Amelia, Enedina e Zelí. 
Nel 1847 ottenne la concessione per la costituzione di una società per lo sfruttamento delle miniere di Montevecchio (Guspini, CA), divenendone il proprietario grazie ad una donazione, fattagli dal Re, di 1200 ettari di terreno.
Fece parte del Consiglio Comunale di Guspini e,come Deputato del Parlamento Subalpino si prodigò, fra l'altro, per evitare la soppressione delle Università di Sassari (1859) e di Cagliari (1860) e della Corte d'Appello di Sassari. 
Nel 1860 acquistò il giornale torinese il “Diritto”,scrivendo articoli di denuncia sullo stato d'abbandono in cui si trovava la Sardegna e contestando il trattato di cessione di Nizza e Savoia alla Francia. 
Nel 1871 fondò a Roma la Banca Agricola Sarda, con filiale a Sassari per incentivare i lavori di bonifica nell'Isola, facendole raggiungere importanza nazionale ma venne coinvolta nel fallimento delle banche sarde degli anni ottanta. 
Con grande intraprendenza si dedicò alla miniera di piombo argentifero che, nel 1865,divenne con 1100 operai la più grande del Regno.
L’estrazione dei minerali continuerà fino al 1991,
Dotato di grande sensibilità archeologica e artistica, raccolse una vasta collezione di reperti archeologici e di oltre 250 opere artistiche di ogni epoca, avviando a Sassari una scuola d’arti e mestieri collegata.
Alla sua morte, avvenuta a Roma il 9 febbraio1875, fu aperto il testamento in cui fra l'altro è scritto: “Lego alla città di Sassari, mia patria, tutti i quadri d'arte e gli oggetti archeologici che possiedo.  Questo legato desidero che possa essere d'incentivo a formare nella mia cara patria un Museo di Antichità”. 
La donazione di questa collezione comprendeva,infatti, una considerevole raccolta di reperti archeologici ed oltre 250 opere d'arte che adornavano la sua casa di Sassari posta nell'odierno Emiciclo Garibaldi e costituirà il nucleo del futuro Museo nazionale archeologico ed etnografico “G. A. Sanna”, fatto costruire sui terreni di proprietà e a spese di sua figlia Zelí, e a lui intitolato negli anni trenta, nonché del Museo Sassari Arte (ossia la Pinacoteca di Sassari allestita, nel 2003, nel restaurato edificio del vecchio Convitto Canopoleno a fianco della Chiesa di Santa Caterina).


Sanna morì a Roma nel febbraio di 1875, dopo una lunga malattia. La sua salma venne trasferita  dal Cimitero del Verano di Roma a Sassari nel 1925 per volere delle figlie e riposa all'interno dell’imponente monumento marmoreo di stile neoclassico, nel Cimitero Comunale della città.