domenica 30 novembre 2014

Sassari " Regio Orfanotrofio"

 A CURA DI: Antonio Carta 



Nel 1832
, il Marchese di Putifigari Don Vittorio Pilo di Boyl istitui nella grande proprietà l'orfanotrofio sassarese (Via Muroni) in seguito denominato "PIE FIGLIE DI MARIA".
Provvide, inizialmente , per due anni al ricovero, all'alimentazione ed educazione di un numero limitato di orfanelle, il tutto sotto la guida di una  maestra genovese  che era stata allieva  delle "Fieschine"; da un religioso che curava l'amministrazione esterna e da un'altro direttore spirituale.
Così il Marchese volle dare sostegno alle classi più povere e nel contempo, gettò le basi della grande struttura che ebbe da li a venire.















giovedì 27 novembre 2014

I Corsi a Sassari... cenno storico.

A CURA DI: Mario Grimaldi



I corsi, di nazionalità corsa si mescolarono a Sassari con i loro connazionali oramai naturalizzati sassaresi e li indussero, durante le tante fasi storiche di ribellione contro i potenti affamatori di allora, a partecipare a rivolte e lotte cittadine, coinvolgendo anche tanti altri sassaresi autentici malcontenti dei regimi loro imposti dai signori. 
La compagine era considerata composta da estremisti e intolleranti anarchici e la maggior parte dei suoi componenti, in un primo tempo, venne ghettizzata nel quartiere di S. Apollinare, appunto in quella via che poi prese, e ancora oggi lo mantiene, il nome di "Via Dei Corsi".



martedì 25 novembre 2014

PONTE DI ROSELLO, FONTANA E STATUA

A cura di : Capitano


Rosello - Ponte, fontana e statua.


I sassaresi nostalgici , per una decina d’anni, criticarono acerbamente “l’ommini sappienti”, restauratori del Rosello, fino al punto di accusarli di “baratteria”, perché non ricollocavano al suo posto la statua di San Gavino “GRURIOSU” : anni fa, mentre i filatelici esultavano per l’emissione del francobollo <<Rosello>> serie fonti celebri italiane, sul piedistallo della crociera venne ricollocata una nuova statua del santo glorioso, scolpita dallo scultore sassarese Gavino Tilocca.




lunedì 24 novembre 2014

Sassaresu in Ciabi



A cura di : Tino Grindi
"Sassaresu in ciabi" 
è ora che si spieghi che cosa esattamente vuol dire. 


Chiaramente, quello di essere sassarese almeno da sette generazioni, detto, usato da tanti anni non corrisponde al vero, ma è nato nel tempo, come uso improprio, per motivi campanilistici nei confronti dei forestieri che venivano ad abitare a Sassari, e quindi i Sassaresi, quelli veri, radicati da tempo nella città, rivendicavano le origini lontane dei loro antenati, perdiversificarsi da quelli venuti dall’esterno, da sempre chiamati, “accudiddi”.

I veri “sassaresi in ciabi”, così chiamati, erano dei privilegiati, solitamente ospiti dei governanti della città, che arrivavano a Sassari in visita e poi, fare delle escursioni esterne presso tenute o campagne, quindi il ritorno in città superava l’orario di chiusura delle porte della città, ma per loro, era consentito un rientro assistito a qualunque ora, tramite la guardia incaricata, che apriva la porta principale di Sant’Antonio e riceveva gli ospiti.


Tutto ciò accadeva nel Medio Evo, Sassari essendo città fortificata governata in prosecuzione: dai Pisani, Genovesi, Aragonesi e dagli Spagnoli poi, infine dai Savoia, aveva delle rigide regole per quanto riguardava l’ingresso e l’uscita dalla città, una di queste era l’orario di rientro, entro le ore 20.00.


Una guardia prima di chiudere le porte gridava un solito avvertimento in sassarese: “ ca è drentu è drentu ca è fora è fora”! Quindi, la chiusura tramite enormi chiavistelli, spranghe e crocchi, e tanti saluti fino all’indomani mattina.

Perciò, anche a quei tempi, esistevano i favoriti così come adesso; autorità o amici degli stessi poteva usufruire di un trattamento agevolato, alla faccia degli altri abitanti che popolavano la città e lavoravano all’esterno, ma il loro cruccio era di essere prigionieri tra le mura, e per nessuna ragione era consentito loro di contravvenire alle regole imposte dai governanti. Ecco quindi la vera storia del modo di dire “ in Ciabi”, tramandata nei secoli fino ai nostri giorni con sempre quel pizzico di spirito campanilista, per poter, almeno in quel caso, evidenziare che i sassaresi sono sempre stati “servi in casa propria”.

Tino Grindi.

domenica 23 novembre 2014

MACCHERONI MEDIEVALI





A CURA DI Mario Grimaldi

Questa che segue possiamo considerarla una curiosità storica.




Anche Cagliari nacque come città pisana, nel 1217, e venne chiamata (in origine)
“Castel di Castro”, proprio perché era un munitissimo  < castrum > , che in latino significa “fortezza”.

La sua funzione era di difendere il porto, uno dei pochi - insieme a quello di “TORRES”- che rappresentarono la principale base commerciale della città marinara nel mediterraneo.
Infatti, grazie a Pisa e Genova la nostra isola tornò nei circuiti commerciali dopo il lungo isolamento dell’ epoca bizantina e dopo il periodo delle scorrerie saracene (X°-- XI° sec.).
Non solamente  l’isola era posta in posizione eccellente sul piano geografico, ma era anche ricca di risorse: argento, sale, lana, pelli, cereali, vino, formaggi.
Nei registri della dogana pisana di Cagliari, si trova però anche la testimonianza di un artigianato e relativo commercio non molto noti: quello relativo alla pasta alimentare secca, come risulta, al primo posto nell’esportazione della città, classificata a seconda delle forme  dell’ obra de pasta : i fideus (pasta corta o medio - lunga piatta), i macarons (spaghetti che poi i pisani chiamarono “vermicelli”), i tria  e i bescuytelles (forme create per il mercato musulmano). I fideus  migliori erano i più sottili, tanto che in catalano si diceva “prim com un fideu” <sottilissimo>. Va detto che le donne sarde non furono le prime ad inventare la pasta secca, la palma va alle siciliane, ma le nostre eccelsero grazie anche alla qualità inimitabile del loro grano.
L’obra di pasta, per tutto il medioevo, restò tra le mura domestiche e fu un’attività prettamente femminile. Le madri trasmettevano alle figlie la non facile arte dell’impastare acqua e farina e poi del modellarla secondo le esigenze del mercato e dell’essiccarla senza che le paste si appiccicassero  le une alle altre per venderne, poi, il frutto delle loro fatiche quotidiane e ricavarne, di conseguenza lauti guadagni.






venerdì 21 novembre 2014

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Sassari Storia Redazione / Amministrazione / Webmaster / Eventi 



IL NOSTRO SALOTTO E' PRONTO DI TUTTO PUNTO, SEMPRE E AD OGNI ORA , COME SE GLI AMICI E GLI INVITATI STESSERO PER ARRIVARE DA UN MOMENTO ALL'ALTRO. E' VERO, MANCA IL VINO NELLE CARAFFE, NON C'E' TRACCIA DI DOLCETTI MA FORSE LA COLPA E' DI UN VALLETTO DISTRATTO.
PER IL RESTO TUTTO E' RIGOROSAMENTE A POSTO: I LIBRI SPOLVERATI, IL GRAMMOFONO ACCESO, LA LEGNA ACCATASTATA METICOLOSAMENTE NEL CAMINO E PRONTA PER RISCALDARE LA TRANQUILLA RIUNIONE DEGLI AMICI, I SOPRAMMOBILI BRILLANO ALLA LIUCE DEI CANDELABRI.
E NOI NON ESITIAMO A TRASFORMARCI IN "CICERONESCHI OSPITI" PER ACCOMPAGNARVI E FARVI ACCOMODARE SULLA VOSTRA POLTRONA PREFERITA DALLA QUALE POTRETE DARE SPAZIO AI VOSTRI RICORDI E ALLE VOSTRE PASSIONI CHE VORRETE CONDIVIDERE CON TUTTI NOI.

VI ASPETTIAMO CON ANSIA PER ASCOLTARVI CON INTERESSE, POICHE' , LA NOSTRA INTENZIONE E QUELLA DI INDURRE TUTTI NOI A NON DISPERDERE QUEL PATRIMONIO COSI' IMPORTANTE CHE SICURAMENTE CONSERVIAMO NELLA CANTINA DELLE NOSTRE ESPERIENZE E NELL'ARCHIVIO STORICO DEL NOSTRO SAPERE.
LE NOSTRE CONOSCENZE, PICCOLE O GRANDI CHE SIANO, RAPPRESENTANO OGGETTI PREZIOSI E ALTRI APPARENTEMENTE MINORI, MA TUTTI AL POSTO GIUSTO DA ESPORRE , AL MOMENTO GIUSTO, SUI TAVOLINI CHE ARREDANO IL NOSTRO SALOTTO, PER RICREARE QUELL'ATMOSFERA GIUSTA E PIENA DI FASCINO A CUI IL NOME E LO SPIRITO DELLA STORIA RIMARRANNO INDISSOLUBILMENTE LEGATI.


#sassari
Ieri abbiamo trasmesso uno showreel di quella che è stata la mole di lavoro del mese precedente. Oggi trasmettiamo un video un po' più curato per spiegare esattamente quale è la missione di Sassari Storia. Ricordiamo a tutti gli amici presenti sul nostro spazio, che noi non abbiamo bisogno e intenzione di trarre profitti da questo hobby. Tutto gratuito e tutto a disposizione degli iscritti. Anticipiamo che è in fase di esecuzione e di studio, il tanto agognato programma che di volta in volta racconterà gli aneddoti e le vicende storiche riguardanti la nostra magnifica città. Con l'ausilio degli esperti, si parlerà di storia attraversando i vari periodi. Chiediamo gentilmente a tutti i nostri amici/membri, di condividere questo video per rendere pubblica la nostra missione. Sassari storia... è sempre con Voi. PS : Chiunque avesse del materiale storico da inviarci, potrà farlo pubblicamente personalizzandolo e dotandolo di un minimo di recensione storica. Grazie per la vostra attenzione. ( Per Sassari Storia Manuela Trevisan ) #sassari
Posted by Sassari Storia Redazione on Mercoledì 29 aprile 2015

mercoledì 19 novembre 2014

Sassari: Fontana del "BRIGLIADORE"

A CURA DI: Mario Grimaldi







"Fontana di Santa Maria, detta "BRIGLIADORE" dallo zampillo,che sgorgava dal suolo al centro del cortile o chiostro del convento-chiesa. Come sorgente appartiene alla stessa falda acquifera che alimenta quella delle Conce e di San Pietro di Sirki. Qui, molto probabilmente, il Giudice Mariano passava l'estate e:

< si faguian venner sa abba intro de sa ecclesia et vi la faguian passare subra su carre, pro qui non podiat sufferrer su cardu>.

Il BRIGLIADORE, come si vede oggi, venne costruito a spese del Comune nel 1611, restaurato nel 1613, 1618, 1619 e 1625".


< Sulla fontana del Brigliadore vi sono tre stemmi:

Il Costa, identifica il centrale  quale  quello d'Aragona con torre di Sassari; quello di destra ,forse, lo stemma antico di Genova e Sassari; di quello posto a manca non si hanno conoscenze dell'origine >

LE CHIUDENDE.








A CURA DI  Tullio Moledda


RICORDIAMO L’EDITTO DELLE CHIUDENDE.


Il risultato degli studi e delle proposte della Società Agraria fu l’editto delle chiudende, emanato nel 1820, pochi mesi dopo che a Napoli erano scoppiati i primi moti carbonari d’ Italia. Mentre nella penisola italiana ci si batteva per la democrazia e per la costituzione, nella nostra isola ci si occupava ancora di un problema vecchio... quanto i nuraghi!L’editto si proponeva di proteggere l’agricoltura, senza però danneggiare la pastorizia. chi possedeva un campo, infatti, poteva recintarlo (chiuderlo, da cui CHIUDENDE) purché che tale appezzamento non costituisse un luogo di passaggio, ne fosse adibito a pascolo o contenesse fonti o abbeveratoi; con la nuova legge, insomma, la proprietà privata sostituiva la proprietà collettiva. La legge, tutto sommato, non era cattiva: ma come spesso accade, <fatta la legge trovato l’inganno>. Immediatamente spuntarono gli approfittatori, gente senza scrupoli, che non esitarono a creare gravi inconvenienti: alcuni, < comprando > i testimoni, si appropriarono terreni mai posseduti e tanto meno coltivati; altri, alla faccia dell’editto, incorporarono nelle recinzioni anche terreni da pascolo e numerosi pozzi o abbeveratoi. Naturalmente, i primi a rimetterci furono i poveri pastori, costretti a pagare altissimi canoni d’affitto e spesso privati dei migliori terreni a pascolo; del malcontento approfittarono i Feudatari: tutti quei piccoli proprietari terrieri, creati della nuova legge davano loro parecchi fastidi, limitandone in parte la potenza e i privilegi cui erano abituati da secoli!Spesso, dunque, furono i Baroni a istigare le rivolte dei pastori contro l’editto e gli speculatori che ne avevano approfittato: e in tutta l’isola si susseguirono sommosse dei pastori che spesso sfociarono in vere battaglie. Questa situazione, al fine, convinse Carlo Alberto, nel 1833, a sospendere l’editto e i suoi problematici effetti.

SCRIVERE LA STORIA






A CURA DI Mario Grimaldi

SCRIVERE DELLA STORIA DI SASSARI
L'amore per la propria città è sempre stato la musa ispiratrice di tutti quegli uomini famosi e meno famosi, di tutti i tempi e di tutti i luoghi, che sono stati capaci di apprezzarne la storia nel bene e nel male. Le nostre pagine, che tutti noi, riempiamo giorno dopo giorno, costituiscono una carrellata nella nostra storia e nella nostra cultura ricche di eventi e personaggi che pian piano impareremo a conoscere,
DELIZIAMOCI NELLA LETTURA E LASCIAMO VIBRARE IL NOSTRO CUORE.
Nella foto il monumento eretto in onore di Giovanni Maria Angioy:"L'alternos, eroe della Sarda rivoluzione(1793-1796)", alloggiato in un giardinetto abbellito da piante e fiori ornamentali posto a dimora in Piazza del Comune di fronte a Palazzo Ducale.


giovedì 13 novembre 2014

Sassari - foto - collage.



A CURA DI: Mario Grimaldi



Dall'Album  " SCORCI E TETTI"



Foto 1): Scorcio panoramico della città con i moderni quartieri che si dilatano attorno al nucleo antico
dell'abitato.

Foto 2): La settecentesca facciata del Duomo che spicca esuberante nel suo fastoso barocco spagnolo nel modesto contesto della città vecchia.
Foto 3): L'imponente palazzo della Provincia, della fine dell'ottocento, affacciato alla bella e vasta Piazza d'Italia.
Foto 4): Il grattacielo che domina Piazza Cavallino de Honestis, centro dell'animazione della città.




martedì 11 novembre 2014

PILLOLE MEDIEVALI /introduzione anteprima/


   



Avendo constatato l’interesse di molti rivolto a quella parte della storia relativa al medio evo, abbiamo deciso di creare questa rubrica. Fermo restando l’intento di limitare la storia alla città di Sassari e naturalmente alla Sardegna tutta, spesso è necessario fare riferimenti, sopratutto per quanto riguarda le figure, gli usi e le consuetudini, il modus vivendi, alle attività di tutto ii mondo vissuto di allora. (Ecco perché nasce questo spazio):

Il medio-evo - periodo storico che va dall’antichità all’età moderna, il cui inizio, da taluni storici, è fissato alla caduta dell’impero romano, conseguente alla detronizzazione di Romolo Augustolo (476) e la cui fine all’ anno della scoperta dell’America (1492).. Sembra che la dizione precisa Medio sia stata coniata nella seconda metà del secolo XVII° dal tedesco Cellarius, ma termini come media età (media aetas) venivano già usati all’inizio del secolo XVI°. Si tratta comunque di quella oscura età della storia caratterizzata dall’imbarbarimento dei costumi, dalla faticosa fusione dei popoli barbarici provenienti da oriente e settentrione con l’elemento romano preesistente, dall’anarchia politica e dalle incessanti guerre.





domenica 9 novembre 2014

LA BORGHESIA.

A cura di : Mario Grimaldi

ANCHE LA NOSTRA SASSARI - CITTA' MEDIOEVALE:
LA BORGHESIA PROTAGONISTA DELLA RINASCITA DELLA CITTA'



In un economia più libera nasce la borghesia.

Con lo sviluppo dell'economia cittadina(XI°sec.)acquistò forza un nuovo ceto sociale, fatto di mercanti, artigiani, medici, notai, giudici, proprietari di botteghe o di manifatture (nate soprattutto con la ripresa economica per produrre beni sempre più richiesti: tessuti, abiti, armi, vasellame, gioielli etc. etc.
Questa nuova classe sociale era la borghesia, e " borghesi" furono detti coloro che ne facevano parte. Facile intuire che il nome deriva dalla parola "borgo" e cioè un raggruppamento di abitazioni situate fuori dalla prima cerchia delle mura cittadine, dove spesso fissavano le loro abitazioni questi nuovi ceti, almeno agli inizi della loro attività.
I borghesi stavano nelle città perché, per guadagnarsi da vivere, avevano bisogno della libertà di commerciare e di viaggiare e di essere esclusi da tutte le tasse e gli obblighi che sovrani e feudatari imponevano sui loro . Inoltre la società cittadina, a differenza di quella feudale, era molto vivace e mobile. Nel feudo nessuno poteva cambiare il destino che la nascita gli aveva riservato, se non diventando un religioso; invece in città artigiani, mercanti, medici, proprietari di botteghe e manifatture e così via potevano diventare ricchi e importanti.


=== @/M.G.====