mercoledì 16 luglio 2014

Regolamento

SI PREGANO TUTTI I MEMBRI DEL GRUPPO (VECCHI E NUOVI) DI VOLER PRENDER VISIONE DI QUESTA PUBBLICAZIONE CHE RIPORTA LE NORME DEL NOSTRO REGOLAMENTO UFFICIALE. 
E' intendimento di questa Amministrazione ripercorrere, insieme a Voi che ci arricchirete coi vostri contributi, i momenti più importanti della storia, della cultura e delle quotidianità cittadine. Il tentativo è, dunque, quello di individuare i più significativi elementi di rinnovamento che caratterizzano la sua situazione odierna non trascurando nel contempo quegli aspetti di continuità che la legano al suo passato; tutti gli argomenti, le testimonianze, la storia, i personaggi illustri e non, gli aneddoti gli avvenimenti, LE FOTO,etc etc.. costituiranno i segmenti necessari per il raggiungimento del suddetto scopo..... 
L'Amministrazione si riserva la prerogativa di pubblicare i post più interessanti e confacenti all'intento che la pagina stessa si prefigge nel proprio BLOG. Si riserva ,inoltre, l'esclusivo diritto di non accettare post non inerenti o ritenuti inadeguati al rispetto della collettività e di disporne, di conseguenza, l'oscuramento. E' inoltre non ammessa l'utilizzazione di foto con impostazioni di Privacy limitate tutto quanto pubblicato, deve essere visibile a tutti i membri ... questo per evitare allegati non disponibili in bacheca... Non si possono fare trattative pubbliche o private per il raggiungimento di scopi personali e tanto meno cercare di incrementare il numero delle proprie amicizie usufruendo dell'opportunità offerta da questa pagina. . Evitate inoltre, ove è possibile, di tediare la bacheca, con tanti post nello spazio di poco tempo................. Invitiamo gli amici che intendono pubblicare foto reperite dal Web o attinte dalle pagine di altri gruppi di palesarne la provenienza (in caso contrario la Redazione si vedrà costretta, suo malgrado, alla eliminazione dei post), ricordiamo , altresì, che sarebbe gradita la pubblicazione di foto inerenti allo stesso argomento sotto il post originariamente pubblicato insieme ai commenti: ciò oltre che aiutare gli addetti ai lavori nella organizzazione della pagina nonchè nel mantenimento di un ordine razionale evita di produrre doppioni, che una volta identificati come tali, verranno rimossi. Preghiamo, anche, quegli amici che intendono postare più di una foto per volta di volerle raccogliere in un apposito album tra quelli già esistenti ed inerenti gli argomenti riguardanti le foto che si intendono pubblicare. Ricordiamo che la pagina : NON E' UNA GALLERIA D'ARTE PERSONALE NE' UN ALBUM FOTOGRAFICO PRIVATO a disposizione per le esigenze individuali, quindi, è giusto non pubblicare, selvaggiamente, foto non confacenti allo spirito della pagina stessa e sopratutto impostarle senza nessuna descrizione ne informazione ad esse relative. 
Ricordiamo, anche, che non riteniamo opportuna, nell'ambito dei post, la conversazione improntata su tematiche private (per questo esistono i diari e le pagine personali, spazi dove tutti possono chattare quando e quanto lo desiderano). 
Inoltre non sono gradite, e di conseguenza verranno oscurate, pubblicazioni di foto e/o articoli con particolari riferimenti ad ideologie politiche e religiose nonchè quelle che esaltano avvenimenti sportivi o caldeggiano tifoserie/a meno che gli argomenti non siano prettamente inerenti a fatti storici avvenuti nella nostra città/e ancora, verranno immediatamente cancellati post reclamizzanti qualsiasi tipo di attività commerciale (a meno che trattandosi di avvenimenti di interesse collettivo del gruppo e previa richiesta di autorizzazione , mediante messaggio privato, non vengano di volta in volta autorizzati) ed allontanati e bloccati gli autori. Per quanto riguarda i quiz, si prega vivamente di non porne (oltre che una attività antipatica è svilente e mortificante per tutti i membri del gruppo che sicuramente non intendono ritornare, anche se virtualmente, sui banchi di scuola per esser interrogati dai professorini di turno; chi posta lo deve fare con cognizione di causa ed esser in grado di dare da se spiegazioni ed informazioni)
Ci rendiamo conto che il tutto sembrerebbe un po impegnativo, ma abbiamo la presunzione di voler gestire questa pagina in termini culturali e sopratutto non distraendoci da quello che era, e assolutamente rimane, lo scopo teso alla ricerca di avvenimenti, personaggi, aneddoti, usi e consuetudini legati alla STORIA DELLA NOSTRA CITTA'.

lunedì 14 luglio 2014

I giochi di un tempo

(parentesi estiva)

GIOCHI DELLA NOSTRA INFANZIA. Da bambini erano più disparati i modi di giocare e non era necessario possedere balocchi, bastava la fantasia e a volte un pò di inventiva. A parte i giochi tradizionali, nostalgicamente illustrati nell’immagine del post, giorno dopo giorno, ispirati da qualche occasionale episodio o racconto, si improvvisava una attività ludica degna del più arguto regista. Uno o due pezzi di ferula o di crine (sottratto furtivamente al materassaio impegnato nel rifacimento di un materasso) e infilati all’estremità di una canna o di un bastone di scopa ecco che diventavamo padroni di un focoso destriero e ci trasformavamo in cavalieri della tavola rotonda che al galoppo brandivano la spada (di legno); oppure in feroci apache alla caccia di incauti Cow Boys da infilzare con le frecce scagliate da quell’arco costruito con le stecche che costituivano il telaio di un vecchio ombrello... Naturalmente è doveroso ricordare anche il cerchio, per i più poverelli ricavato da un vecchio cerchione di bicicletta quindi non acquistato ne da Tomé o De Paolini o piuttosto presso quel negozio, meno lussuoso, ma abbastanza ampio e fornito che mi pare (La vecchiaia incombe) fosse posizionato presso un incrocio di Via Arborea con via Turritana???, “”MADAMA” si chiamava, e durante il periodo natalizio le sue ampie vetrine erano uno sfolgorio di lucette che facevano da cornice alle statuine (di ogni misura) destinate all’allestimento dei presepi, e naturalmente anche ad ogni tipo di giocattolo tra i quali, giusto appunto il cerchio in legno corredato dalla bacchetta in legno per “manovrarlo”, trottole, cavalli a dondolo, trenini a corda, etc.etc.etc..

Come non ricordarne altri? occorrerebbe scrivere un libro! vorrei dunque lasciare spazio in questo post ai bambini e alle bambine di allora per aiutarci con i ricordi delle loro esperienze a tuffarci ,ancora una volta, nel meraviglioso mare dei gioiosi e preziosi momenti della nostra infanzia.
M.G.


domenica 13 luglio 2014

LIBEROS DE CABALLO


A cura di :   Mario Grimaldi
(Una piccola curiosità estiva dedicata alla nostra storia) -
" LIBEROS DE CABALLO". durante il governo dei giudici avevano il compito di rispondere all'eventuale chiamata alle armi del giudice stesso per soccorrerlo in caso di guerra o semplicemente, anche e solo per partecipare alle parate militari. Concorrevano alla costituzione della < chita del berruta >, una sorta di polizia che operava nell'ambito della curatoria agli ordini del curatore.

Godevano di privilegi di carattere fiscale e a partire dal secolo Tredicesimo appaiono anche in possesso di notevoli patrimoni fondiari. Le origini storiche di questa milizia si perdono nella notte dei tempi: probabilmente erano gli eredi diretti della organizzazione che i nostri antenati isolani si erano data in periodo bizantino (exsercitus Sardiniae) e che si era conservata successivamente.
Socialmente appartenevano alla classe di majorales: li troviamo prevalentemente stanziati nei villaggi, nel cui contesto si distinguono rispetto agli altri abitanti anche per la consistenza del loro patrimonio. Con l'avvento degli Aragonesi continuano ad esistere e a esercitare i loro obblighi militari a favore del Re. Nel corso del sec. XIV, sovente non furono rispettati, dai feudataari con i quali si trovarono spesso in conflitto, i loro privilegi".



Commenta inoltre    Marcello Atzena 




Si Mario, questa è una parentesi di storia che non è trattata dai più, hai fatto bene ad introdurre questo argomento interessantissimo, giustamente, parlando dei miliziani a cavallo, descritti veramente in maniera egregia e dettagliata nel loro profilo e nelle loro funzioni, hai rivolto un accenno alla loro appartenenza alla classe dei mayorles*. <<Ebbene costoro erano dei Nobili Giudicali: con questo termine * nei documenti del periodo giudicale venivano indicati i membri dell'aristocrazia che ruotavano attorno alla famiglia giudicale e al Giudice (Liberos Majorales). Presumibilmente si tratta dei membri delle famiglie dei latifondisti, di quella categoria di persone, cioè, da cui deriva la stessa famiglia giudicale, certo è che essi erano molto legati al signore dal quale si trovavano ,quasi sempre coinvolti nell'amministrazione del giudicato. Poichè nati nel clan ristretto di quelle famiglie, veniva loro riconosciuta, senza la necessità di formali e specifiche concessioni la loro condizione. Ad essi era riconosciuto pubblicamente il di tolo di "donnu" ed a loro appannaggio era il pegugiare(patrimonio immobiliare privato), su queste grandi proprietà vivevano, in genere, i servi di cui i majorales potevano disporre senza alcun limite. 






Avevano un rapporto di supremazia anche nei confronti degli appartenenti alle altre classi sociali, conducevano una vita posta al riparo delle difficoltà dei tempi dalle loro rendite procurate dai cespiti che possedevano; quando non erano impegnati dalle incombenze di amministrazione giudicale, verso le quali il signore li aveva destinati, dedicavano il loro tempo libero nelle grandi cacce. Manifestavano una inquieta religiosità preoccupandosi quasi solo di creare la giusta osmosi tra il loro nome e le favolose donazioni a favore degli ordini religiosi; però accadeva spesso che i loro grandi patrimoni si volatilizzassero nell'arco di qualche generazione, infatti non era raro trovare vicini ai mayorales ricchi anche quelli poveri (donnos paperos). 




In seguito la loro posizione politica, nel contesto della società giudicale, conobbe la crisi a partire dal XXII secolo, vuoi perchè si stabilirono nell'isola alcuni grandi esponenti di potentissime famiglie pisane, genovesi e catalane che cucirono stretti rapporti con il giudice infrangendo di fatto il monopolio che i mayorales avevano con esso. vuoi perchè il progressivo affrancamento dei servi minò le basi del loro potere economico>....-.


La pennichella pomeridiana Sassarese

A cura di Mario Grimaldi.






Anche nella Sassari di allora era consuetudine:

venerdì 11 luglio 2014

La ziddai

Sassari Storia Redazione 11 luglio 2014

La Ziddai

La Città così i cittadini chiamavano l'antico Palazzo di Città.

Attualmente l'edificio nel cuore del centro storico di Sassari è noto a tutti perchè ospita il Teatro Civico, ma per secoli, prima che il municipio venisse trasferito presso il Palazzo Ducale, è stato la sede della prima magistratura civica e in ancora in tempi più remoti sede di riunioni di capi famiglia e di anziani che si riunivano nel grande cortile (dove proprio ora trova spazio il teatro) per assumere importanti decisioni di carattere collettivo, mentre le udienze pubbliche dei podestà si tenevano nella chiesa di Santa Caterina ubicata allora in Piazza Azuni.

    Ma come era questo antico palazzo di Città prima che assumesse l'attuale aspetto? Enrico Costa facendosi coadiuvare dalla sua fantasia lo rappresenta così come da disegni sotto postati. Si notano nelle immagini sottostanti anche dettagli minori nell'illustrare la vita e le consuetudini dei suoi concittadini.

     Addirittura raffigura mezzi e momenti di tortura, le catene , fissate negli angoli del palazzo, per tenere legati i prigionieri e.addirittura, anche una gabbia di ferro per esporre i malfattori..
 
    Un altro dettaglio interessante è rappresentato sul lato del Palazzo (praticamente su quella che oggi è Via Sebastiano Satta) da quel porticato che serviva per la vendita quotidiana del pane fresco, per cui, infatti, quella Via era chiamata "Via Del Pane" La loggia allora era sotto le arcate, si notano gli archi del portico che erano il modulo dei portici che listavano tutta la platha de cothina come si chiama l'attuale Corso V. Emanuele.



Herculis Insula



 A cura di :  Mario Grimaldi

     E' un isola montuosa e granitica, la più grande di quelle prospicienti la Sardegna settentrionale, chiude a ovest il golfo omonimo (o di Porto Torres). 
   Come testimoniano i ruderi di epoca romana, già da allora era abitata. Nel basso Medioevo si spopolò a causa delle incursioni degli Arabi e spesso fu teatro di episodi bellici, come quando nel 936 nelle sue acque si scontrarono una flotta saracena e una genovese.  
   In età giudicale fu compresa nella curatoria della Nurra e continuò a rimanere semi deserta fino alla metà del secolo dodicesimo, quando fu concessa, dal Giudice di Torres, ai Camaldolesi, che vi stabilirono l'eremo di Sant'Andrea. 
   Da allora la comunità divenne centro di attrazione per molte famiglie e così il popolamento dell'isola pare inizio ad esser incrementato, infatti intorno all'eremo sorsero alcuni altri piccoli centri in prossimità di Cala Reale.
   In seguito, una volta estinta la famiglia giudicale, i Doria la inclusero nel loro stato e vi fecero costruire una torre di guardia; abbandonata dai Camaldolesi, iniziò ad esser meta di pescatori che vi esercitavano la proficua pesca delle sardine.
   Nel 1325, a seguito della conquista aragonese, fu sottratta ai Doria ribelli e nel 1328 concessa in feudo a Gallardo di Mauleon, al quale però fu tolta nel 1331 per essere concessa alla città di Sassari come territorio di pascolo e di caccia.




LE MOGLI DELL' UOMO

A cura di  :   Mario Grimaldi



( Parentesi storica estiva dedicata alle nostre donne)


NEGLI ANNI 50 LE NUOVE GENERAZIONI TORNANO A ESSERE
"LE MOGLI DELL' UOMO": UN CORPO DESIDERATO E UNO SPIRITO
ORAMAI PLACATO E LONTANO DAGLI ORRORI E LE SOFFERENZE DELLA GUERRA DA POCO CESSATA. 
"Abbiamo già scritto, come raccontatoci dai nostri nonni, del ruolo delle donne durante l'ultimo conflitto mondiale; attive, stoiche, coraggiose e determinanti, il tutto senza mai abbandonare quello che per loro era il compito più importante: continuare ad essere madri.
Con l'uscita dalla guerra anche Sassari, come in tutto il resto del Paese, tornò ad esser bigotta. Le gonne, che si erano accorciate, si allungarono fino al polpaccio. Le madri invitavano le giovani a disertare gli sfrenati balli americani e a dedicarsi all'assistenza dei loro familiari, dei senzatetto, dei bambini e degli sfollati. Man mano che gli uomini rientravano dal fronte, le operaie e le impiegate venivano licenziate. Sulle riviste tornarono i consigli alla remissività e alla dolcezza. < Dovrai essere molto arrendevole, non dovrai imporre la tua volontà, dovrai far vedere che hai fatto progressi nel tenere la casa> si leggeva nel 1946 su una rivista femminile del 1946 (NOI DONNE il nuovo giornale femminile dei partiti comunista e socialista).
Con il ritorno alla normalità l'orizzonte che si era aperto si richiuse. Ci vollero però molti anni, un intera generazione, perché le donne a livello di massa, assaporassero ancora una volta il gusto dell'autonomia"


mercoledì 9 luglio 2014

Tutti al mare


martedì 8 luglio 2014

Felice Cavallotti



A cura di :  Mario Grimaldi



Un accenno di fine anno alla Storia:
Abbiamo a lungo ,in altri post di questa pagina, scritto di Felice Cavallotti, personaggio particolarmente apprezzato dai Sassaresi,e a tal punto di erigerli un monumento e di intitolarli una Via nel cuore del centro storico cittadino.
Era uno scrittore, deputato al parlamento. Dopo una giovinezza moderata e filocavouriana , nel 1866, all'età di 24 anni, fondò il periodico politico e letterario "GAZZETTINO ROSA", repubblicano e anticlericale. Dal 1873 venne eletto deputato della sinistra, e nel 1879 fondò la Lega della democrazia, ispirata a Garibaldi, e dal 1886 fu considerato il capo del partito radicale. In seguito assunse posizioni fortemente contrarie a Crispi in nome della "Questione Morale", e denunciò con violenza il trasformismo.
Fece due viaggi in Sardegna, la prima volta nel 1891 e la seconda nel 1896; visitò città e paesi accolto da grandi manifestazioni di entusiasmo. I discorsi pronunciati nei due viaggi furono raccolti nel libretto IN SARDEGNA 1891 e 1896, DIECI DISCORSI, pubblicato dalla " Nuova Sardegna", 1896.
Cavallotti, nel 1898 a Milano, fu ucciso dal deputato Macola nel suo trentaduesimo duello.
Sotto, nel disegno di A. Beltrame, una fase del duello in cui Cavallotti perse la vita, e il ritratto del politico.




Alghero e Sassari - Legame storico di due città.


 A cura di :  Mario Grimaldi

Piccole parentesi di Storia in una pigra mattinata estiva.
Poche righe a corredo di questa meravigliosa foto ,della "nostra Alghero", che testimonia L'esuberante malia.
Questo centro, molto caro a noi sassaresi, fu fino alla metà dell'Ottocento una città fortezza o come è stato detto, "una fortezza in forma di città"; questo suo passato incide in modo determinante, oltre che al suo tessuto urbanistico, sulla consistenza del suo patrimonio artistico e culturale.
"Da detto punto di vista uno dei monumenti più significativi è ciò che resta delle sue mura, il cui impianto fu avviato ai tempi dei Doria. Queste furono cura costante delle amministrazioni che si succedettero fino a quando la città cessò di esser considerata una piazzaforte. Nel quattordicesimo secolo la cinta aveva ventisei torri e due porte; dopo il 1417, con il contributo in denaro e lavoro dei cittadini, questa cinta ebbe i primi restauri; tra il 1426 e il 1459 fu ancora consolidata. Agli inizi del secolo sedicesimo, però, le mura apparvero del tutto inadeguate a confrontarsi con le nuove artiglierie per cui, nel 1513, Gerardo Zatrillas fu chiamato a sovrintendere alla loro ristrutturazione".
Questa città non è solo da apprezzare per il suo incantevole mare, ma anche e sopratutto per la tanta storia che è in grado di raccontarci. C'è tanto, tanto, tanto ancora da scoprire, ma per oggi ammiriamola con quello spirito di estivo relax che è giusto, dato il periodo, debba prevaricare ogni altra sorta di interesse. Avremo tempo per andare a ritroso nel tempo alla ricerca di quella Storia, che in molti casi si intreccia con quella di Sassari, e che in ogni caso ci interessa da vicino.
Grazie e buona giornata!
M.G.