venerdì 29 agosto 2014

LA NASCITA DEI GIUDICATI IN SARDEGNA.









A cura di : Mario Grimaldi



Spesso, trattando la storia dei nostri territori, necessariamente dobbiamo far cenno ai Giudicati, fin ora, però non mi pare aver approfondito per quanto concerne il percorso storico fin dalla loro costituzione. Per iniziare è necessaria una premessa. “ < Tra l’ottavo e il nono secolo l’Europa dovette affrontare una seconda ondata di invasioni barbariche: ad est gli Ungari e gli Slavi, a nord I Vikinghi (Normanni) e a sud gli Arabi. Alcuni si posero sotto la protezione dei potenti e rafforzarono così il sistema feudale; altri si unirono in un tentativo di difesa comune, che diede origine alle Repubbliche Marinare e ai Comuni. Le due grandi potenze dell’epoca, il Sacro Romano Impero e l’Impero Bizantino, parevano incapaci di arginare il pericolo che ancora una volta premeva minaccioso ai confini dell’Europa, quindi molti Europei FECERO DA SE, e ottennero un duplice risultato: innanzitutto riuscirono a respingere i nuovi Barbari,popi, forti della potenza raggiunta, si sottrassero alla soggezione dei signori feudali e a quella dei due imperi, rendendosi indipenenti. > Ed ecco che anche i SARDI, circondati da un mare musulmano e nell’impossibilità di ottenere aiuti dall’ Impero Bizantino, provvidero in proprio a organizzare la difesa della Isola: rintuzzarono i continui assalti degli Arabi e, contemporaneamente, spezzarono del tutto i già deboli legami che li avvincevano al governo di Bisanzio. Quando e come ciò avvenne non sappiamo, giacché i documenti di quel tempo sono praticamente inesistenti, ma possiamo supporre che, inizialmente, la difesa si sia concentrata nelle quattro città maggiormente colpite dalle scorrerie saracene: Cagliari, soprattutto, poi Tharros (Oristano), Civita (Olbia) e Turris (Porto Torres); una volta scongiurato il pericolo e divenute indipendenti , le quattro città-stato iniziarono ad espandersi nell’entroterra, fino a raggiungere la quadripartizione dell’isola: I QUATTRO GIUDICATI.Almeno alcune dat, comunque, possono esserci d’aiuto: nella primavera dell‘ 815 una ambasceria di Sardi si reca alla corte dell’imperatore Ludovico il Pio, chiedendogli inutilmente un aiuto contro le devastazioni compiute dagli Arabi; nello stesso secolo i pontefici Leone IV e Niccolò I scrivono ai quattro Giudici (praticamente RE) sardi per condannare la pessima usanza dei matrimoni fra consanguinei. Possiamo quindi supporre che già dai primi decenni dell’ 800 la Sardegna fosse stabilmente divisa e organizzata in quattro stati indipendenti, i GIUDICATI, appunto.”

ABBIAMO GIA’ SCRITTO IN UN POST PRECEDENTE DELLA SARDEGNA GIUDICALE TRATTANDO DELLA SUA AMMINISTRAZIONE. DEL GOVERNO E DELLA SOCIETA. I QUATTRO GIUDICATI CON LE LORO PRINCIPALI CURATORIE.
TORRES: Romangia, Anglona, Coràso, Florinas, Monteacuto, Cabuabbas, Meilogu, Costaval, Goceano, Planargia, Marghine, Ottana-Sarule, Montiferru;ARBOREA: Guilciber, Barbagia-Ollolai, Campidano-Milis, Parte Barigadu, Campidano Maggiore, Mandrolisai, Campidano-Simaxis, Barbagia-Belvi, Parte Valenza, Parte Usellus,
Bonorzuli, Parte Montis, Marmilla; GALLURA: Montangia, Gemini, Unale, Fundimonte, Orifili, Montalbo, Barbagia-Bitti, Galtelli-Orosei;

CAGLIARI: Ogliastra, Siurgus, Barbagia-Seulo, Nuraminis, Trexenta, Gerrei, Sarrabus, Parte Gippi, Parte Olla, Cixerri, Decimo, Campidano Cagliari, Sulcis, Pula-Nora-Capoterra,
Sant’Atioco.


E allora iniziamo ad approfondire: Mi pare avessi già scritto della, diciamo organizzazione burocratica di questi Giudicati, ma penso che rinfrescare la memoria serva anche a sollecitare altri approfondimenti.. dunque:

AMMINISTRAZIONE: IL GIUDICATO (detto rennu = regno o logu = territorio) si divideva in curatorie o partes(= provincie) amministrate da un curator governatore) nominato dal giudice; ogni curatoria comprendeva un certo numero di ville = (paesi) amministrati da un majore de villa che veniva nominato dal curatore.

GOVERNO: Tutti i poteri dello stato (legislativo, esecutivo, giudiziario) e il comando dell'esercito erano accentrati nel giudice (detto anche Donnu, dal latino dominus = Signore), la cui carica, prima elettiva, divenne poi ereditaria. Gli affari più importanti dello stato venivano discussi nella Assemblea del Regno (la corona de logu), cui partecipavano i (majorales = maggiorenti), i donnikelos (familiari del giudice, maggiorenti), il clero e il popolo, ma col solo potere consuntivo. 

SOCIETA': La classe dominante era costituita, naturalmente, dai majorales (donnikellos, alto clero, latifondisti e grandi proprietari di bestiame); c'erano poi i liberi possessores piccoli proprietari terrieri), che potevano migliorare le proprie condizioni economiche e diventare maggiorenti. < Il resto della popolazione > scrive A. Boscolo, <che ammontava a tre quarti del totale, era formato da servi (servos) che, a seconda della soggezione al padrone, prendevano diversi nomi> 
Eì interessante ricordarli: 
Il servo integru dava tutta la sua opera ad un solo padrone; 
Il servo leteratu apparteneva a un solo padrone solo per metà, mentre, se per un quarto, prendeva il nome di pedatu. 
E' importante, però, sottolineare che la proprietà del servo non era intesa in termini fisici, ma riferita alla sua prestazione di lavoro calcolata in giornate: in questo rapporto il servo poteva essere venduto, donato, permutato. Il restante tempo libero era del servo, che poteva lavorare per se stesso e pagarsi la libertà. Avveniva, così, che un servo rimanesse tale per dover dare al suo signore il lavoro di un solo giorno la settimana, e vi era chi, seppur completamente libero, rimanesse legato al padrone solo per dovergli speciali prestazioni. 
<Al servo era riconosciuta, comunque, la personalità patrimoniale, una propria capacità giuridica, la libertà di contrarre matrimonio, di partecipare ai diritti sui beni comunali e di testimoniare ai processi.>


A cura di : Amira Maggio


Come su accennato, intorno al 1015, nel particolate, fu il principe arabo di Denia (Spagna) e delle Baleari Mogehid al-Amiri, chiamato dagli italiani "MUSETO", che salpò da Maiorca con 120 navi: Aggredì il Comune toscano di Luni, già messo in ginocchio dalla malaria e dalle precedenti incursioni, e lo rase al suolo. Quindi balzò alla conquista della Sardegna: nonostante la disperata resistenza dei Sardi, che nella difesa persero uno dei loro Giudici, gli Arabi riuscirono a sbarcare, occuparono alcune zone costiere (forse presso PORTO TORRES) e si disposero a impadronirsi dell'Isola.
" Il momento è grave, gli stati cristiani del Tirreno si sentono ancora una volta minacciati dal pericolo saraceno: primo fra tutti reagisce il Papa BENEDETTO VIII°, che incita le Repubbliche di Genova e Pisa a unire i loro sforzi per liberare la nostra regione: le due città marinare capiscono che se la Sardegna soccombesse ai musulmani, questo costituirebbe una incessante e inaccettabile minaccia ai lo traffici nel Tirreno (che entrambe considerano un loro mare); tra il 1015 e il 1016, ergo, le due flotte alleate sconfiggono ripetutamente le navi di "MUSETO" nelle acque territoriali sarde, mentre le forze dell'isola,da terra, guidati dai loro giudici, braccano gli ultimi invasori Saraceni rimasti.

La Sardegna sembra finalmente libera dal pericolo delle invasioni, e può quindi godersi in pace la propria libertà, ma.... - come oramai si è imparato, la storia è piena di < ma > - ogni evento, sia pure il più grande, ha sempre, vicino a quelli positivi, anche i suoi riflessi negativi. 

Ricorderemo in seguito queste due facce della medaglia.
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"Lu Mastru d'ascia" OVVERO IL FALEGAME

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