mercoledì 21 settembre 2016

ACCADDE A SASSARI - NEL 1795 - QUINDI LEGATO ALLA STORIA CITTADINA












A cura di Mario Grimaldi



(Pura storia sassarese per la soddisfazione degli Amministratori.. e spero... non solo) 



Appunto nel 1795 abitava in Via Università. vicino all'incrocio con Via Turritana, una famiglia composta da marito, moglie, un figlio e una figlia, più altre due persone che non si sapeva che mansioni avessero, considerato che per le faccende domestiche vi erano quattro donne. La casa era grandissima e occupava una parte lungo Via Università. fra i "quattro cantoni" di questa e la via che oggi è denominata Largo Pazzola. 

Lo stabile aveva il piano terreno ed il primo (composizione di quasi tutte le abitazioni di allora), e le camere, tra piccole e grandi, dovevano raggiungere il numero di diciotto/ venti. La gente si chiedeva di cosa potevano farne di tutti quegli ambienti di calpestio. 
Si sapeva che il padrone andava quasi tutti i giorni in quella che oggi è P.zza Azuni, ma che al tempo era occupata dalla chiesa di Santa Caterina e dal palazzo del governatore di Sassari, e proprio li si recava il signore che risiedeva in via Università. 
La gente che lo aveva sentito parlare asseriva che non doveva esser sassarese, e forse neanche sardo. Le persone che lo salutavano lo chiamavano don Badessi o don Antonio, e si diceva che fosse un importante funzionario della regia governazione, presso la sede della quale, appunto, si recava tutti i giorni. 
Il governatore si chiamava Antioco Santuccio, ed era nato proprio a Sassari, uno dei pochi sassaresi che ricopri questo importante incarico (e non certo perché gli altri sassaresi erano incapaci!). I nostri concittadini, infatti, non erano allora - e in linea di massima non lo sono neanche oggi- quelli che venivano chiamati "imbroglia popolo", e quindi non ... legavano, e né hanno mai fatto nessuna inutile chiacchera con gente simile. Perciò non facevano carriera dove si assumevano soltanto persone pronte sempre a piegare la schiena. 
E di questo si deve, allora, essere accorto, forse, il concittadino divenuto - quasi, forse, senza volerlo - governatore di Sassari. 

Santuccio aveva infatti studiato leggi, la storia e le tradizioni in generale compreso tutto quello che in particolare interessava la nostra città. Quando studiò teologia i suoi parenti pensarono che le sue intenzioni fossero quelle di farsi prete. Invece, improvvisamente, decise di arruolarsi nell'esercito per perseguire la carriera militare, nell'ambito della quale, dopo pochi anni arrivò al traguardo di colonnello nel reggimento di Torino. Rientrato in Sardegna gli furono concessi diversi importanti incarichi fino ad arrivare a quello di governatore di Sassari. Ma quello era sopratutto un incarico politico, che non era adatto a lui, ma per gli "imbroglioni" e non per una brava e onesta persona come era il nostro concittadino, che non sapeva ne poteva immaginare che in quegli ambienti anche il più caro degli amici poteva, soprattutto allora, pugnalarlo nel fianco. Il gran difetto del nostro governatore era la buona fede e la fiducia nel prossimo che avrebbe dovuto esser onesto ed era, invece, quasi sempre traditore. 

Ma ritornando a Don Antonio Badessi, il proprietario della casa di Via Università, che era alle dipendenze del governatore Antioco Santucciogioi ed ai suoi amici,. 
Questo impiegato era però, si è saputo dopo, un gran ruffiano del diabolico gruppo di disonesti feudatari e simili, contrari a Giommaria Angioi, ai suoi amici e alle sue idee. 
Chi conosce la storia sarda ricorderà che l'accusa più grande che gli avversari cagliaritani divulgavano e dirigevano ad Angioi ed ai suoi amici, era quella di avere promesso ai francesi di aiutarli in caso di occupazione della nostra isola. 
Le redini dell'azione e della lotta contro i proprietari di tutti i terreni dell'isola, li tenevano, all'inizio, i compagni di Angioi A Cagliari, il prete Muroni a Sassari e nei grossi centri vicini. I feudatari (di Cagliari e Sassari), proprietari di quasi tutti i terreni dell'isola/e che avevano anche potere decisionale nelle cause civili e penali/, non vedevano di buon occhio le ribellioni di Angioi, Muroni e compagni. 
Intanto le popolazioni deipaesi e di Sassari non riuscivano più a procurarsi da che vivere ed erano disperati, fino a ché nel 1795, si sono ribellati e, tutti insieme, paesani e cittadini, hanno saccheggiato negozi, gli uffici e le case dei feudatari, impossessandosi di tutto quanto ciò che riuscivano a prendere. 

La popolazione, che in principio aveva ragione, ha poi esagerato e si è fatta prendere la mano, arrestando persino il governatore e l'allora Arcivescovo di Sassari Mons. Della Torre, con l'intento di consegnarli al viceré che, invece, li fece liberare prima che arrivassero a Cagliari. 

Le fazioni Cagliaritane, però, hanno tentato di infangare ancora il governatore sassarese, accusandolo delle stesse colpe attribuite ad Angioi, cioé di intrallazzi politici e tradimento a favore dei francesi e a danno della nostra isola. 

Ed ecco che ritorna in campo il discusso personaggio abitante della casa di Via Univerità angolo Via Turritana. Sembra, infatti che in questa faccenda esposta a proposito del governatore sassarese, dei feudatari e di Angioi, l'infido impiegato e i suoi degni figli, abbiano avuto la mano....lung nei fatti sassaresi a proposito e a danno del governatore Santuccio. 
Infatti, finiti i disordini a Sassari, e ristabilita e la calma, i sassaresi hanno tentato di sapere tutta la verità su quanto era successo, e come mai tanti "pezzi grossi" erano spariti dalla città (fra i primi il misterioso don Antonio Badessi). Erano scomparsi anche i due uomini della casa di viaTurritana, la figlia, il figlio e pure le serve. 
Pian piano si è arrivati a sapere che il misterioso Badessi,(conosciuto da pochi) pezzo grosso dell'ufficio del governatore di Sassari, era un confidente del gruppo cagliaritano che, forse, abusava della fiducia del vicere, che era, di contro, una persona onesta, forse tra i pochi, e che si chiamava FILIPPO FERRERO DELLA MARMORA, conte. 
Insomma quel funzionario governativo che si chiamava Badessi, era un gran ruffiano dei notabili cagliaritani.


Si è scoperto che i figlio e la figlia dell'infingardo compivano frequenti viaggi a Cagliari (quali complici delle ruffianerie paterne, per riferire ciò che succedeva a Sassari), accompagnati dai due uomini che non si sapeva quali funzioni (ora chiare) avessero in casa della spia Badessi. Venne fuori allora, inoltre, che mentre il figlio di quel ruffiano riferiva, la sorella si operava per far trascorrere bene le notti (ma anche i giorni) ai pezzi grossi cagliaritani. 
"Insomma, il povero governatore, onesto ma boccalone, si avvaleva della collaborazione di un uomo fidato!.... 
Don Antioco Santuccio si fidava: era, infatti,come già scritto. uno che non pensava male di nessuno fino a prova contraria. Insomma era proprio sassarese in buona fede, pronto di persona a pagare se sbagliava. 
E meno male che il RE (che era Vittorio Amedeo III) lo conosceva molto bene, ed infatti, annullò tutta la manovra degli infidi del viceré di Cagliari, riconoscendo la piena innocenza del nostro governatore e, anzi, concedendogli la promozione a tenente generale e "generale delle armi del Regno". 

PS :  IL GOVERNATORE ANTIOCO SANTUCCIO HA LASCIATO ALL'OSPEDALE DEI POVERI DI SASSARI TUTTI I SUOI BENI, QUANDO E' MORTO NEL 1804.