domenica 1 febbraio 2015

LIBERO MELEDINA .


LIBERO MELEDINA .
La sua arte resterà viva per sempre.
Il Professor L. Meledina è nato a Sassari nel 1918, ha frequentato l’Istituto d’Arte cittadino e in seguito si è trasferito a Milano dove ha completato la sua formazione artistica presso l’Accademia di Brera e precisamente presso la scuola di Marino Marini e di Pio Semeghini.

Il pittore sassarese rientrato in Sardegna si è imposto per le grandi qualità e per la padronanza dei mezzi tecnici negli anni in cui, nell’immediato dopoguerra, si andava affermando nell’ isola il realismo. Animato da una sincera passione sociale può essere considerato il capo-scuola del realismo isolano. Pure attento ad  un altra vena, fantastica e ricca di visione, che lo avvicina ai turbamenti esistenziali di Mauro Manca , hanno scritto Giuliana Altea e Marco Magnani, < è comunque la via del realismo quella che l’Artista percorre con maggior coerenza e felicità di risultati: oltre che nelle composizioni di figura nelle succose nature morte di frutta, fiori e di barattoli accartocciati e corrosi tolti alla bottega del padre decoratore, e nei ritratti che negli anni Quaranta costituiscono, a sentire Tavolara, la sua produzione più importante . Libero Meledina ha preso parte a numerose mostre in Italia e all’ estero.

Molte delle sue opere figurano in musei e collezioni di diverse città d’Italia. Mentre ancora numerosi sassaresi attendono un riconoscimento ufficiale da parte degli Amministratori cittadini, come per esempio l'affissione di una una targa a fianco di quel portone del palazzo di Via Roma (in Sassari), in cui è sito l’appartamento dove il pittore ha vissuto ed è morto nel 1995, noi di Sassari Storia oggi intendiamo ricordare il pregio ed il lustro che questo Artista ha significato per la nostra Città.
(RICORDIAMOLO INSIEME)
Ciao Libero, grazie.
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PROFILO ISTITUZIONALE DEL PODESTA'








  • A CURA DI:
    Mario Grimaldi
    PILLOLE DI STORIA.COME NASCE LA FIGURA DEL PODESTA’ E CHI ERA.

“Un tentativo di risolvere le discordie esistenti all’interno della città fu la creazione di una nuova figura istituzionale: IL PODESTA’. Si trattava di un magistrato proveniente da un altro comune, stipendiato, chiamato per amministrare la giustizia in modo EQUO E IMPARZIALE, al di sopra dei partiti e delle fazioni cittadine; il podestà era tenuto a rispettare le leggi comunali, emanate dal consiglio dei cittadini riuniti nel parlamento o arengo. Spesso comandava anche la soldataglia. La carica di podestà aveva una breve durata, in genere annuale, e di solito non poteva essere riconfermata per più anni consecutivi. Talvolta al podestà veniva affiancata un un’altra figura , il capitano del popolo: una specie di governatore che difendeva i diritti del “popolo grasso”.Nessuno di questi tentativi si rivelò efficace per risolvere il problema delle lotte tra fazioni, se non per breve tempo, a volte per ristabilire la pace fu inevitabile affidarsi a un potente signore o a un capo militare, al quale si consegnarono tutti i poteri. In questo modo però l’organizzazione politica del comune cessò di esistere. (A volte fu la litigiosità interna a sancire la fine di molti comuni e solo poche città potenti riuscirono a creare un meccanismo politico basato sul governo di un piccolo numero di famiglie < è il sistema chiamato oligarchia *> che permise loro l’indipendenza per lungo tempo).”* OLIGARCHIA regime politico in cui il potere è nelle mani di pochi individui o famiglie (dal greco olìgoi “pochi”, e arché “governo”).