giovedì 3 aprile 2014

Enrico Costa


Enrico  Costa


 
A cura di :


Mario Grimaldi




Tempo fa pubblicai un post sulle vicissitudini abitative dell' illustre nostro concittadino E. costa, e in quell'occasione, sebbene non fossi certo che la foto postata raffigurava l' ultima dimora dello storico - tanto che questo mio dubbio lo esplicitai nel commento a didascalia della stessa pubblicazione - ero erroneamente quasi convinto che si trattasse della abbandonata casa del Costa. Grazie all'intervento del nostro amico Alessandro Ponzeletti , in seguito ho avuto modo di chiarirmi le Idee: Quello stabile con le foto del quale ho voluto indicare quale una delle abitazioni di E.C., in effetti apparteneva a ben altra famiglia (in seguito ne ritratteremo).
Ecco, invece, l'ultima dimora che fu del Costa.
" Ed ora Scriviamo sempre degli, da tutti, apprezzati cenni storici con i quali, il Costa, ci ha insegnato tanto della storia della nostra Sassari. Penso possa esser anche doveroso ricordare , anche se molto sommariamente, come lo stesso nostro illustre cittadino ha vissuto e dove ha vissuto:
Nel corso della sua Vita E. Costa dimorò in almeno sei case di Sassari, tutte nominate nei quaderni, che per l'economia di questa breve memoria non elenchiamo, e fu proprietario di una casa con bottega in Via Rosello, data in usufrutto a tale Boetto Francesca (nota Cicita).
E. Costa svolgeva con passione e dedizione da circa 15 anni la professione di archivista del Comune di Sassari quando si spense dopo aver rinunciato ai ben più lauti guadagni percepiti nel suo lunghissimo iter lavorativo presso le banche cittadine; preferi, infatti, volgere lo sguardo alla propria memoria e a quella della sua città, con un rigore e una meticolosità che non gli venne mai riconosciuta in vita.
E' sempre in quel periodo che diede inizio alla stesura dei suoi quaderni ed intensificò la propria produzione storica e letteraria, senza rinunciare all'invidiato ruolo di organizzatore culturale, e per questo morì quasi povero, ma non dimenticato".
Questo che segue è un sonetto composto dal Costa nel 1890: ci descrive la sua casa, val bene la pena conoscerlo.
LA MIA CASETTA
A UN PIANO E' LA MIA CASA, HA UN GIARDINETTO,
DUE BALCONI CHE DANNO IN SU LA VIA;
CINQUE STANZE, CUCINA, UN GABINETTO,
UN TERRAZZINO, UN POZZO E UNA CORSIA.
QUATTRO LINDE SOFFITTE HA SOTTO TETTO
E IN UNA (PUOI PENSAR SE FREDDA SIA!),
PIANTAI LO STUDIO. QUI TRAGGO, SOLETTO,
L'ORE PIU' BELLE DELLA VITA MIA.
LA MIA CASETTA, IN PARTE RICOSTRUTTA,
SEDICI MILA LIRE AL CERTO VALE;
E' BELLA, ... MA NON L'HO PAGATA TUTTA|
UMIL POETA E SCRIBACHIN DI BANCA,
(ATROCE INSULTO!) HO IN FACCIA L'OSPEDALE
E LE CARCERI NUOVE A MANO MANCA.
(Enrico Costa ,lì 2 luglio 1890)
(Nello svolgersi della sua esistenza il Costa abitò in almeno sei case di Sassari
tutte identificate dai quaderni - sarebbe troppo lungo e dispersivo elencarle tutte in questo post, non mancherà occasione di poterlo fare in seguito - ebbe anche una casa con annessa bottega in Via Rosello che concesse in usufrutto ad una certa Francesca Boetto - nota Cicita-.


Via Ospedale civile in un a cartolina del 1919 c/a,  La via fu in seguito dedicata ad Enrico Costa.

Nella foto sotto postata>Questo è il ritratto della famiglia Costa nel cortile della "casetta" di Via Cavour n. 11 - (archivio eredi Costa) - 



LA MIA CASETTA 
A UN PIANO E' LA MIA CASA, HA UN GIARDINETTO, 
DUE BALCONI CHE DANNO IN SU LA VIA; 
CINQUE STANZE, CUCINA, UN GABINETTO, 
UN TERRAZZINO, UN POZZO E UNA CORSIA.

QUATTRO LINDE SOFFITTE HA SOTTO TETTO
E IN UNA (PUOI PENSAR SE FREDDA SIA!), 
PIANTAI LO STUDIO. QUI TRAGGO, SOLETTO, 
L'ORE PIU' BELLE DELLA VITA MIA. 

LA MIA CASETTA, IN PARTE RICOSTRUTTA, 
SEDICI MILA LIRE AL CERTO VALE; 
E' BELLA, ... MA NON L'HO PAGATA TUTTA|

UMIL POETA E SCRIBACHIN DI BANCA, 
(ATROCE INSULTO!) HO IN FACCIA L'OSPEDALE 
E LE CARCERI NUOVE A MANO MANCA. 
(Enrico Costa ,lì 2 luglio 1890)

SASSARI: dall'abbandono di Torres al periodo feudale.



A cura di : Mario Grimaldi


SASSARI: dall'abbandono di Torres al periodo feudale.
Pur se il territorio sassarese custodisce molte testimonianze archeologiche della presenza dell'uomo fin dal Neolitico, la città inizio il suo sviluppo dal secolo XII°. Sicuramente già dai secoli precedenti molti degli abitanti di Torres abbandonarono l'antico centro, nel quale abitavano il giudice e i vescovo, ritenendolo poco al sicuro dai frequenti attacchi degli Arabi e si rifugiarono più verso l'interno; (i primi documenti che fanno riferimento a Sassari -Tathari - sono del 1135 e probabilmente a quella data il villaggio era già formato e inserito nella curatoria della Flumenargia). Come sempre detto Sassari per la sua posizione, per il clima, per l'abbondanza delle sorgenti, si sviluppò abbastanza facilmente fino a diventare il capoluogo della curatoria. Durante il Tredicesimo secolo la situazione sempre più grave di Torres, oltre che catalizzare popolazione, favorì anche la crescita politica del nuovo centro sassarese che in pochi decenni da grosso borgo quale era si trasformo in città divenendo un centro commerciale di notevole spessore, aperto all'influsso di Pisa e Genova alle quali era collegata da una continua e crescente rete di traffici.
A metà del Tredicesimo sec. si estinse la dinastia giudicale di Torres e Sassari ne approfittò per ultimare il suo sviluppo politico; durante lo scorrere dello stesso secolo assunse forma urbana, si munì di una potente cinta di MURA rafforzata da TORRI ed estese la propria giurisdizione fino alla Flumenargia, alla Romangia e alla Nurra. Questo processo si definì meglio nel 1294, quando venne costituito il Comune di SS con i suoi Statuti e sotto la protezione di Genova. Quando fu certa la conquista Aragonese l'oligarchia mercantile che dominava la città opto per la sottomissione al re di Aragona, e nel 1323 i suoi delegati si presentarono al campo dell' infante Alfonso e prestarono omaggio al re,\ fu però un rapporto precario: infatti la popolazione sassarese abituata ad esser autonoma, non sopportava bene la nuova situazione, e sopratutto l'amministrazione totalitaria degli Aragonesi, per ciò, appunto nel 1325, spinta da Genova e dai Doria, SASSARI decise di ribellarsi dando inizio a un tempestoso periodo della storia della città. Per meglio controllare la situazione gli Aragonesi edificarono il CASTELLO e addirittura paventarono l'ipotesi di disperdere la popolazione e di sostituirla con abitanti di provenienza iberica. SASSARI non si estraneo dall'avvicendarsi dei fatti conseguenti alla guerra tra i Doria ed Aragona: di fatto, durante il secolo XIV° i sassaresi furono assediati alcune volte e poi videro la città occupata dalle armate del giudice di Arborea. Dopo la battaglia di Sanluri cadde tra le grinfie del visconte di Narbona, ma la situazione non piacque a una partte dell'oligarchia mercantile che si schierò apertamente contro il visconte a favore di un ritorno della città sotto il re di Aragona, che avvenne nel 1417 . Le furono confermati gli antichi privilegi e la propria autonomia e, come città regia, prese parte nello Stamento reale al parlamento celebrato a Cagliari da Alfonso V° nel 1421. Nella seconda metà del secolo, dopo la morte del sovrano, mentre i rapporti della città con Giovanni II° si facevano meno felici, anche l'assetto cambiò e la vecchia oligarchia mercantile fu prevaricata dall'emergente classe feudale. Dal nuovo sovrano venne posta in atto una radicale riforma dell'amministrazione che comportava una drastica riduzione dell'autonomia della città; il conflitto con Sassari geloso custode dei propri privilegi, fu inevitabile ed alcuni eminenti cittadini che avevano sostenuto la ribellione pagarono duramente. Non venne evitato, tuttavia, che la riforma dell'amministrazione venisse messa in essere e che l'autonomia fosse di tanto ridotta; nel corso del secolo la città risenti anche della mutata situazione nella quale il regno di Sardegna si trovava, l'isola infatti era oramai ridotta ad un piccolo regno di frontiera appartenente ad un impero impegnato in una lotta per la supremazia mondiale,"">>
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