giovedì 12 febbraio 2015

LA CHIESA MEDIOEVALE ERA DIVERSA DA QUELLA MODERNA.











A CURA DI: Mario Grimaldi 

LA CHIESA MEDIOEVALE ERA MOLTO DIVERSA DALLA CHIESA DI OGGI.

I VIZI CHE LA CHIESA AVEVA ACCUMULATO NEI SECOLI DIFFICILI DELL’ALTO MEDIOEVO ERANO NOTI ANCHE AI PONTEFICI ED ERANO STATI GIA’ DENUNCIATI DA PAPI RIFORMATORI.Il più grave era la SIMONIA, cioè la vendita di lucrose cariche ecclesiastiche al miglior offerente, con cui si arricchivano vescovi e abati, e la somministrazione dei sacramenti in cambio di denaro, praticata dal basso clero. Un altro peccato molto diffuso era il NICOLAISMO, cioè la convivenza di un prete con una donna, che nei primi secoli del cristianesimo non era considerata illecita né scandalosa, ma che in seguito veniva severamente proibita suscitando malumori in diversi settori del clero secolare.Questi “vizi” vanno inquadrati in una situazione generale che rendeva la Chiesa medioevale molto diversa da quella di adesso. Oggi un vescovo è un vescovo e non, contemporaneamente, il sindaco della sua città e il comandante della soldataglia. Pe giunta è nominato dal Papa e gli deve obbedienza. Allora non era così.Per effetto delle nomine imperiali, a suo tempo avvenute, nei confronti di molti vescovi quali “missi dominici”, questi ne vennero fatti veri e propri “ispettori” al servizio del potere imperante. A ciò si aggiunge che, seguendo la prima tradizione cristiana, questi prelati non venivano nominati dal papa, ma eletti dal “popolo”, cioè dai feudatari e dalle corporazioni della città.Ciò comportava una serie di conseguenze; una di esse che i vescovi non essendo ne nominati dal pontefice ne, naturalmente, suoi elettori, non si sentivano legati al papato da vincoli assoluti, paragonabili a quelli di oggi. 
Nella immagine di sotto le miniature rappresentano, appunto, alcune dei pochi ortodossi vizi del clero:
Nell'immagine 1°: "Il monaco beone". Sembra infatti che la spremitura dell'uva nei conventi per farne il vino della messa inducesse i frati cantinieri ad alzare un po il gomito.
Nell'immagine 2°: si rappresenta il peccato detto "Simonia", un prelato (vestito di rosso) riceve da un ricco laico una borsa di denaro per vendere la carica di vescovo al figlio di lui, di cui stringe le mani.
Nell'immagine 3°: è figurato il reato di "nicolaismo, il monaco è stato scoperto con una amante e ora, come testimonia la miniatura, è condannato con lei alla gogna.
Nell'immagine 4°: un elegante grosso prelato che indossa delle ricche vesti che testimoniano la sua grande ricchezza.