Sassaresi Illustri - GIOVANNI ANTONIO SANNA
(Sassari 1819 –
Roma1875)
Chi era Giovanni
Antonio Sanna? Era un importante imprenditore nonché politico, figlio di un avvocato sassarese, Giuseppe
Sanna appartenente alla nuova borghesia, e di Maria Ignazia Sanna.
Lo si può definire
una sorta di estremista avente idee mazziniane.
Egli lasciò Sassari in giovane età alla ricerca di un avvenire, e trovò altrove i mezzi e le possibilità che all'epoca
la famiglia non poté garantirgli.
Emigrato a Marsiglia,
divenne commerciante dando subito dimostrazione di capacità ed intelligenza
innate, dando maggior importanza ai capitali che ai beni immobili. Sposatosi
con la spagnola María Llambí y
Casas, ebbe quattro figlie: Ignazia, Amelia, Enedina e
Zelí.
Nel 1847 ottenne la
concessione per la costituzione di una società per lo sfruttamento delle
miniere di Montevecchio (Guspini, CA), divenendone il proprietario grazie ad
una donazione, fattagli dal Re, di 1200 ettari di terreno.
Fece parte del
Consiglio Comunale di Guspini e,come Deputato del Parlamento Subalpino si
prodigò, fra l'altro, per evitare la soppressione delle Università di Sassari
(1859) e di Cagliari (1860) e della Corte d'Appello di Sassari.
Nel 1860 acquistò il
giornale torinese il “Diritto”,scrivendo articoli di denuncia sullo stato
d'abbandono in cui si trovava la Sardegna e contestando il trattato di cessione
di Nizza e Savoia alla Francia.
Nel 1871 fondò a
Roma la Banca Agricola Sarda, con filiale a Sassari per incentivare i lavori di
bonifica nell'Isola, facendole raggiungere importanza nazionale ma venne
coinvolta nel fallimento delle banche sarde degli anni ottanta.
Con grande intraprendenza
si dedicò alla miniera di piombo argentifero che, nel 1865,divenne con 1100
operai la più grande del Regno.
L’estrazione dei minerali
continuerà fino al 1991,
Dotato di grande sensibilità
archeologica e artistica, raccolse una vasta collezione di reperti archeologici
e di oltre 250 opere artistiche di ogni epoca, avviando a Sassari una scuola
d’arti e mestieri collegata.
Alla sua morte,
avvenuta a Roma il 9 febbraio1875, fu aperto il testamento in cui fra l'altro è
scritto: “Lego alla città di Sassari, mia patria, tutti i quadri d'arte e gli
oggetti archeologici che possiedo. Questo
legato desidero che possa essere d'incentivo a formare nella mia cara patria un
Museo di Antichità”.
La donazione di
questa collezione comprendeva,infatti, una
considerevole raccolta di reperti archeologici ed oltre 250 opere d'arte che
adornavano la sua casa di Sassari posta nell'odierno Emiciclo Garibaldi e
costituirà il
nucleo del futuro Museo nazionale archeologico ed etnografico “G. A. Sanna”,
fatto costruire sui terreni di proprietà e a spese di sua figlia Zelí, e a lui
intitolato negli anni trenta, nonché del Museo Sassari Arte (ossia la
Pinacoteca di Sassari allestita, nel 2003, nel restaurato edificio del vecchio Convitto Canopoleno a
fianco della Chiesa di Santa Caterina).
Sanna morì a Roma nel febbraio di 1875,
dopo una lunga malattia. La sua salma venne trasferita dal Cimitero del Verano di Roma a Sassari nel
1925 per volere delle figlie e riposa all'interno dell’imponente monumento
marmoreo di stile neoclassico, nel Cimitero Comunale della città.